Turismo, le vallate traino della ripresa. Arezzo vicina a superare i livelli pre pandemia
Buona, senza però riuscire ancora a toccare i livelli pre-pandemia, la crescita dei flussi turistici in Toscana nei primi otto mesi del 2023. Secondo la rilevazione di Irpet il contributo maggiore proviene dal mercato internazionale. Inferiore è quello del mercato europeo, in calo quello nazionale. In Toscana bene città d’arte, campagna e montagna. Meno bene le destinazioni balneari.
Il download dell’indagine Irpet {rwattachments}
“La dinamica dei flussi turistici da gennaio ad agosto, frutto di stime dell’Irpet – è l’analisi a cura di Enrico Conti – avvalora le considerazioni e le aspettative sulla congiuntura turistica regionale formulate nella precedente nota relativa ai primi 5 mesi del 2023 e nel rapporto annuale.
I primi 8 mesi non sanciscono il definitivo superamento della soglia psicologica dell’ammontare delle presenze turistiche in Toscana rispetto al 2019, prima dell’avvento della pandemia (-2%). La crescita tendenziale delle presenze sul 2022, ancora assai accentuata nei primi 5 mesi del 2023 (+23,1%) va ridimensionandosi durante l’estate in modo tale da determinare sul complesso degli 8 mesi del 2022 un aumento contenuto, nell’ordine del +5,3%. La crescita è trainata dalla componente internazionale (+14,7%), dove ad aumentare in misura consistente è tuttavia soltanto il segmento extra-europeo (+50%), a cui resta il maggior terreno da recuperare rispetto ai livelli pre-Covid (-10,5% sul 2019). La componente europea cresce assai meno (+2,7%), ma la sua importanza è cruciale per l’economia turistica toscana, dal momento che rappresenta l’unico mercato in crescita sostanziale rispetto al periodo pre-pandemico (+8,2% sul 2019).
Sono confermate le preoccupazioni rispetto alla debolezza dei mercati nazionale ed interno. Le presenze di toscani in Toscana diminuiscono rispetto ai primi 8 mesi del 2022 di circa il -4,2%, e del -3,7% quelle dal resto d’Italia. Ai mercati nazionali resta dunque ancora una quota consistente di presenze da recuperare rispetto ai livelli registrati prima della pandemia (-7,7% sul 2019).
L’analisi per ambiti qualifica e dettaglia ulteriormente la lettura territoriale. Si conferma in positivo il rimbalzo delle principali città d’arte e di Firenze su tutte, ma anche il permanere di un gap significativo rispetto ai livelli pre-pandemici dell’area fiorentina (-17,7%) e, a distanza, di alcuni suoi territori contermini come il Mugello (-7,7%) e Prato (-5%), mentre le altre destinazioni d’arte della regione sono più vicine, come Arezzo e Pisa, o hanno già raggiunto o superato, come Siena e Lucca, i livelli di presenze precedenti la pandemia”.