Presidio degli agricoltori al casello Valdichiana, disagi al traffico Ar24Tv
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Presidio con corteo per cinque giorni a partire da oggi a Bettolle, in provincia di Siena: previsto il blocco dell’A1 dall’uscita Valdichiana. Ieri al casello di Orte sull’A1, gli agricoltori in presidio hanno tentato di bloccare la circolazione, ma le forze dell’ordine sono intervenute impedendo il blitz.
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Oggi in particolare, i trattori sfileranno in diverse regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio nel pisano, Val di Chiana a Orvieto e ancora in prossimità del casello di Orte sulla A1, nella Valle del Salto, e ancora e a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. E forse proprio in Sardegna, una regione a forte vocazione agricola, la protesta farà sentire più forte la sua voce, mentre si avvicina lo spettro di una ‘invasione’ a Roma. I coltivatori che si radunano in sedicenti comitati, per lo più a livello provinciale, si sono imposti di marciare solo con il tricolore e dove possono raggiungono le sedi delle prefetture con sit-in fino ad oggi ordinati.
I produttori di ‘Riscatto agricolo’ sfileranno con i trattori in Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. Il ministro Lollobrigida: “Siamo dalla vostra parte, ma no alle violenze“.
Pur di difendere le loro terre da una politica europea, a loro dire, da una parte troppo restrittiva per le regole ambientali del Green Deal e, dall’altra parte, troppo permissiva con le aperture alla carne coltivata.
Produttori e allevatori italiani si stanno muovendo dal basso senza bandiere, pronti a far crescere la protesta. Lo dicono da giorni, tanto che oggi si prevede un’altra grande mobilitazione, organizzata da un movimento, guidato soprattutto da giovani, autodefinitosi Riscatto agricolo. Mentre ogni giorno si accendono focolai un po’ ovunque con trattori vicino ai caselli delle autostrade, come è accaduto anche ieri a Orte, nel viterbese sulla A1, dove i contadini hanno tentato un nuovo blitz dopo il blocco di sabato. Si scaldano, poi, i motori dei trattori in vista di mercoledì, in apertura di Fieragricola a Verona, dove un grande assembramento vorrebbe guastare la festa a chi vi si recherà per affari.
I prezzi bassi, dovuti alla concorrenza di produzioni estere, stanno mettendo in ginocchio i redditi dei coltivatori e degli allevatori oberati da alti costi di produzione e tasse come Irpef e Imu. “Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata” si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale. “Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo” sostengono gli agricoltori che ribadiscono di essere “i custodi della natura, non soggetti che inquinano”. Tra i vari punti, messi in evidenza dai contadini ‘ribelli’, eliminare l’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni e ogni forma di contributo, volta a disincentivare la coltivazione, regolamenti stringenti che contrastino l’ingresso sul mercato di cibi sintetici e il mantenimento anche dopo il 2026 del sistema che tiene calmierati i costi del gasolio agricolo.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha espresso, intanto, solidarietà alla Coldiretti a fronte della rabbia di alcuni che hanno bruciato le caratteristiche bandiere gialle dell’organizzazione agricola in segno di protesta. “Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto a Viterbo” anche se, ha rimarcato, “rimaniamo convintamente al fianco degli agricoltori, di chi intende lavorare per avere il giusto reddito e creare ricchezza per sé e la Nazione. Pronti al massimo impegno in Italia come in Europa”.