Soprintendenza Siena-Grosseto-Arezzo, gravissima carenza di organico
Ulteriori passi indietro per la Soprintendenza aretina, senese e grossetana. A seguito degli ultimi pensionamenti e spostamenti di servizio del personale, la FP Cisl di Arezzo torna a portare l’attenzione sulla richiesta di urgenti ed efficaci misure risolutive. A distanza di un anno dall’invio della lettera dei Funzionari Architetti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Siena, Grosseto e Arezzo, si registra una situazione ancor peggiore di quella precedente. Per questo i membri del personale hanno nuovamente scritto ai dirigenti della Soprintendenza e hanno chiesto un intervento anche da parte delle sigle sindacali.
Di fatto con l’ultimo pensionamento, la gestione di tutto il territorio è affidata ai 5 Funzionari Architetti restanti, sui 12 previsti in organico.
Il carico di lavoro della Soprintendenza si estende su un territorio spiccatamente vasto, circa metà della Regione Toscana (11.557,18 kmq sui 22.987,04 kmq complessivi), che con la sua ricchezza di opere monumentali, paesaggistiche e archeologiche ha prodotto solo nell’anno scorso ben 35.391 protocolli da gestire. Ad oggi ogni architetto gestisce da solo dai 25 ai 30 Comuni, senza una idonea struttura tecnico amministrativa di sostegno.
Tali difficoltà comporteranno gravi ripercussioni in negativo sulla corretta efficacia amministrativa, in una stagione contraddistinta da importanti traguardi cui deve puntare il nostro Paese, tra cui in primis gli obiettivi strategici del Pnrr. Insomma il grave stato di disagio in cui versa il personale non permette di assolvere in maniera adeguata l’azione di tutela e di valorizzazione a cui la Soprintendenza è chiamata.
“Esattamente un anno fa – spiega il Segretario FP CISL di Arezzo Maurizio Milanesi – era stata posta all’Amministrazione della Soprintendenza la richiesta su quali misure intendesse intraprendere per attenuare la grave carenza di organico. Le risposte date non hanno risolto nulla. Anzi la situazione si è ulteriormente aggravata e questo non è più tollerabile.
Noi chiediamo da tempo l’intervento del Ministero che da anni conosce la situazione. La nostra richiesta – incalza Milanesi – è che si attuino tutti i percorsi possibili, assunzioni in primis, ma anche veri processi di mobilità, ricorso a personale a tempo determinato, supporto dalle società di servizi interne al Ministero. Insomma è obbligatorio fare qualcosa. Altrimenti l’alternativa è iniziare un percorso di mobilitazione.