Cattivi odori, c’è un’app per le segnalazioni

Al via il pacchetto di servizi commissionati dal Comune di Arezzo per la definizione della problematica degli odori nella zona di San Zeno. Da alcuni giorni è a disposizione di tutti i cittadini l’applicazione predisposta per la gestione delle segnalazioni relative alla problematica dei cattivi odori nella zona di San Zeno e frazioni limitrofe e sta per prendere avvio l’indagine olfattometrica sul territorio.

Il software TOM source finder è stato predisposto da Osmotech – Ecol studio, società incaricata dal Comune delle indagini olfattometriche, in collaborazione con Arpat e uffici comunali ed ha lo scopo di fornire uno strumento univoco, semplice e accessibile per le segnalazioni. Senza dover scaricare nulla sul telefono i cittadini possono accedere all’indirizzo https://www.purenviro.com/smells.today/arezzo/ e rispondere ad alcune domande circa il tipo di odore, la sua intensità e durata, mentre la posizione e l’ora vengono acquisite automaticamente. Le informazioni vengono quindi riportate in mappa e valutate attraverso il modello meteorologico prodotto a partire dai dati di una stazione appositamente installata sull’area, in modo tale da permettere di individuare le possibili sorgenti odorigene sul territorio.

 

“L’App per le segnalazioni è uno degli strumenti che il Comune di Arezzo si è reso disponibile a realizzare per fornire supporto agli organi di controllo – commenta l’assessore Marco Sacchetti -, e si affianca all’indagine olfattometrica che ha richiesto un notevole sforzo tecnico ed organizzativo data la complessità nella predisposizione dello studio”.

La pianificazione dell’indagine olfattometrica ha richiesto l’addestramento dei rilevatori ad un maggior numero di sorgenti odorigene distribuite sul territorio, oltre che una maggiore estensione della griglia di misura con la necessità di introdurre un intero turno di misura in più: tali complessità hanno ritardato l’avvio del monitoraggio in campo che conseguentemente è stato aggiornato al 2 aprile, quando i rilevatori inizieranno il loro lavoro sul territorio. Il primo trimestre di monitoraggio sarà quello dei mesi da aprile a giugno per la stagionalità primaverile e da luglio a settembre per quella estiva.

 

“Stiamo valutando l’estensione del periodo di indagine – continua Sacchetti -. Secondo la norma UNI EN 16841-1 infatti, se si vuole ottenere una buona rappresentatività dell’esposizione dei cittadini su scala annuale occorre considerare tutte le stagioni dell’anno o quantomeno due trimestri rappresentativi della stagione calda e di quella fredda. Quello che auspichiamo infatti è che il lavoro affidato ad una delle società più qualificate sul territorio nazionale per questo tipo di indagini fornisca un valido e definitivo supporto alla definizione dell’impatto della problematica e quindi alla valutazione di tutte le eventuali azioni correttive. Voglio ricordare che da tempo sull’area e presso l’impianto di San Zeno è in atto una costante attività di controllo che ha richiesto notevoli sforzi da parte di Arpat, ASL e di Aisa Impianti: numerosi sopralluoghi sul territorio, ispezioni presso l’impianto, campionamenti e analisi chimiche e olfattometriche sui biofiltri sono soltanto alcune delle attività alle quali adesso si affianca lo strumento accreditato di più alto valore scientifico che si conosca per la valutazione degli impatti odorigeni”.

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