Cherubini, Ranucci, Travaglio e Di Battista: ad Arezzo sbarca la letteratura di impegno civile
“Per questo – dicono gli organizzatori – abbiamo programmato una tre giorni di incontri che si svolgerà a ridosso della giornata internazionale del libro, evento da festeggiare“.
Apertura affidata all’incontro con Anna Cherubini con il suo libro “Diventeremo Amiche. Emanuela Orlandi è scomparsa. Le nostre vite si somigliano.” (ed. Solferino)
Anna Cherubini, sceneggiatrice, scrittrice e autrice televisiva, lavora da anni come consulente editoriale e ghostwriter. Ha pubblicato Noi non ci lasceremo mai (con Federica Lisi, Mondadori 2015), L’amore vero (Rizzoli 2016) e L’estate dei sospetti (con Monica Mariani, Rai Libri 2022).
Il libro: Esistono nella vita destini paralleli e due di questi destini si sono sfiorati, quattro decenni fa, all’ombra del Cupolone. Sono quelli di Emanuela Orlandi e di Anna Cherubini. Entrambe figlie di funzionari vaticani, entrambe con famiglie numerose e amati fratelli maggiori, entrambe appassionate di musica. La loro è un’adolescenza degli anni Ottanta: gli incontri ai giardinetti, le chiacchiere sui muretti, le corse in bici o sui pattini, la passione per le canzoni di Baglioni. Anna ha per la ragazzina più grande un’ammirazione venata di timidezza: vorrebbe che fossero amiche. Pensa che forse presto lo diventeranno. Ma un giorno, quella ragazzina sparisce. E mesi dopo, il suo posto alla scuola di musica verrà preso proprio da Anna, che comincerà a frequentare gli stessi corridoi da cui lei è uscita, in quel giugno del 1983, per mai più tornare a casa.
A distanza di tempo da quei fatti, Cherubini trova il coraggio per affrontare di petto la storia di un rapporto mai sbocciato e di un caso ancora irrisolto. Una tragedia su cui da una vita si interroga: sarebbe potuto succedere a qualsiasi figlia di un impiegato del Vaticano? Sarebbe potuto succedere a lei? Tornando sui luoghi, parlando con la famiglia Orlandi, attingendo ai ricordi, ricostruisce il dramma della scomparsa, le voci, le reazioni del loro piccolo ambiente protetto, le lezioni alla scuola di musica nelle strane classi miste di ragazzine e sacerdoti adulti, il mistero della terrazza «inaccessibile» sul tetto. Interroga così una vicenda molto raccontata da una prospettiva inedita, intima e sconvolgente, tanto che mentre la storia si dipana un’inquietudine sottile filtra tra le righe: come se la voce di Anna che racconta fosse un’eco della voce stessa di Emanuela.
Secondo giorno 27 Aprile Sigfrido Ranucci e il suo libro Bompiani “La Scelta”. Luogo: Circolo Artistico
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
Chiusura del ciclo con un altro super ospite: 28 aprile Marco Travaglio con una lezione dal suo libro edito Paperfirst “Israele e i Palestinesi in poche parole”. Luogo: Teatro Petrarca
In principio fu la Diaspora degli ebrei, cacciati dalla loro terra dai romani nel 70 d.C. E dispersi nel mondo per 18 secoli. Poi una serie infinita di dominazioni e di persecuzioni, fino alla fine dell’Ottocento e ai primi del Novecento, quando il sionismo teorizza e organizza il ritorno a casa. Il resto lo fa la Shoah, lo sterminio di 6 milioni di ebrei per mano del nazismo. Nel 1947 l’Onu spartisce la Palestina transgiordana (più piccola del Piemonte sommato alla Valle d’Aosta) in due Stati: uno ebraico e uno arabo-palestinese. Ma nasce solo il primo, mentre inizia l’esodo forzato dei palestinesi. Le classi dirigenti arabe si giocano i palestinesi, vittime dei “fratelli” oltreché dei nemici israeliani, alla roulette russa delle guerre (quattro) e del terrorismo. E perdono sia le guerre sia i territori. Israele restituisce quelli occupati all’unico Paese arabo che nel 1978 accetta di riconoscerlo e fare la pace: l’Egitto. Poi nel 1993, a Oslo, lo fa anche l’Olp di Arafat col premier israeliano Rabin e si riaccende la speranza, subito frustrata dall’assassinio di Rabin da parte di un ebreo fanatico. Fra alti e bassi, violenze e attentati, massacri incrociati, torti e ragioni intrecciati, si arriva al ritiro israeliano da Gaza a opera del falco Sharon. Che però un ictus mette subito fuori gioco, inaugurando la lunga e buia èra di Netanyahu. Questi sabota il processo di pace con sempre nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania, appoggia addirittura Hamas per indebolire il moderato Abu Mazen e fa passare definitivamente Israele dalla parte del torto. In questo libro alla portata di tutti, che si legge d’un fiato come un romanzo, Marco Travaglio racconta con sintesi e chiarezza, lontano dalle opposte tifoserie da curva sud, la Guerra dei Cent’Anni israelo-palestinese e risponde a tutte le domande e a tutti i dubbi suscitati dagli ultimi bagni di sangue.
Special Event: Alessandro Di Battista “Ostinati e Contrari” (ed. Il Fatto Quotidiano). Data e luogo da stabilire
In direzione ostinata e contraria. E non per modo di dire. È questo l’unico modo di mantenere la propria indipendenza in un momento storico in cui la posizione dominante imporrebbe un’omologazione di toni e del sentire comune. In direzione ostinata e contraria per affermare la propria autonomia in contrapposizione al “pensiero unico”. In direzione ostinata e contraria per riscoprire il piacere del dissenso, per mettersi in discussione, per comprendere – magari – che si è nel torto. Alessandro Di Battista prende in prestito le parole di Fabrizio De André e cerca di trovarne il senso più profondo intervistando sei persone che – a vario titolo – hanno remato contro corrente: Alessandro Barbero, Toni Capuozzo, Ilaria Cucchi, Moni Ovadia, Barbara Spinelli, Marina Conte Vannini. Una panoramica che spazia tra attualità, ricordi intimi e personali, successi e tragedie. Storie diverse, ma accomunate da un sentire comune, dalla volontà di non omologarsi alla massa, di distinguersi, di lottare fino in fondo per ottenere giustizia. Perché è solo così, andando in direzione ostinata e contraria, che ci si può guardare allo specchio e dirsi che sì, è stato fatto il possibile.
Per informazioni e prenotazioni: Libreria Feltrinelli point Arezzo, via Garibaldi 107, telefono 05751482137, mail: arezzo@feltrinellifranchising.it