Liste di attesa nidi, Mattesini: “Basta con le bugie”

“La Vicesindaca Tanti in questi giorni, con una sua nota, afferma che nel 2007 con l’Amministrazione di centrosinistra, le liste di attesa per i nidi erano al 72%. Ma, guarda caso, dimentica di dire che la prima Giunta Fanfani insediatasi nel 2006 ereditò dalla Giunta Lucherini una lista di attesa per i nidi di circa 600 bambine/i.

Dare risposta a quei 600 bambine/i e famiglie fu una priorità per la Giunta Fanfani che già nell’arco del primo anno di consiliatura aprì due nidi (Bagnoro ed Indicatore) e diede vita al “sistema educativo integrato”. Tale scelta che coinvolse anche nel percorso decisionale tutti i soggetti interessati (famiglie, cooperazione sociale, FISM, sindacati, personale educativo, tutti i soggetti privati autorizzati, il Provveditorato e le Circoscrizioni) portò all’azzeramento delle liste di attesa.

In quel percorso partecipato ed aperto, fu tenuto anche conto delle difficoltà di quelle famiglie il cui orario di lavoro andava oltre l’ora di chiusura di nidi e scuole materne e fu siglato un accordo con il personale e famiglie che prevedeva per alcuni servizi il prolungamento degli orari: Indicatore e Bagnoro sino alle h. 18 e Sitorni sino alle ore 20.

Fu aperta anche la “Casa Dritta”, che era il Centro di documentazione relativo alla esperienza dei servizi del Comune di Arezzo ed anche il luogo che ospitava incontri formativi sia per il personale che per i genitori. Importante era anche la raccolta di materiale riciclato con cui bambini e genitori costruivano insieme i giochi, sviluppando così fantasia creativa ed imparando l’importanza del riuso e non dell’usa e getta.

La Casa Dritta è stata chiusa dalla ViceSindaca Tanti (così come la Casa delle culture), che però negli ultimi mesi ne ha riproposto, con altro nome, la riattivazione.

La Vicesindaca Tanti dovrebbe prendere atto delle sue attuali liste di attesa ed anche ascoltare di più le famiglie che sono incredule di fronte ai parametri usati per l’assegnazione dei posti.

Da 10 anni amministra la città. Guardare al passato remoto, oltretutto dimostrando di non conoscerlo, è prerogativa di chi non sa o non vuol cogliere le dinamiche ed i bisogni sociali di questi anni”.

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