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giovedì | 26-12-2024

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Un aiuto a “working poor” e “zona grigia”

Si rafforza l’impegno della Caritas della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro verso le famiglie che si trovano in difficoltà e che rischiano di comprimere qualità di vita e benessere. Si tratta di quella vasta fascia sociale ribattezzata “zona grigia” fatta in buona parte di persone italiane, disoccupati, inoccupati, con precaria condizione lavorativa o “working poor”. Nasce in questo contesto il progetto “Promozione Umana Rete Aretina” (PURA) promosso da Caritas diocesana e Associazione Sichem – crocevia dei popoli Odv, grazie al contributo della Fondazione CR Firenze, per interventi di sostegno al reddito negli ambiti dell’abitare, salute, mobilità, formazione ed educazione. Il progetto coinvolge, oltre al Centro di Ascolto diocesano di via Fonte Veneziana ad Arezzo, 42 Caritas parrocchiali sparse nel territorio diocesano, attingendo a una vasta rete di operatori qualificati e volontari.

“Lo scopo del progetto – spiega don Fabrizio Vantini, direttore della Caritas diocesana – non è quello di distribuire contributi o di assistere un certo numero di persone, ma di promuovere azioni a sostegno della piena inclusione sociale e della vita indipendente delle persone, evitandone l’ingresso nella spirale della povertà strutturata. Esso vuole pertanto sostenere una buona qualità della vita, promuovendo l’inclusione sociale, favorendo ripartenze indipendenti, evitando la necessità di percorsi assistenziali duraturi e che i problemi degli adulti ricadano su figli o parenti svantaggiati”.

Secondo i dati raccolti in circa 20 anni dalla Caritas diocesana nel nostro territorio, annualmente sono più di 2000 le persone che chiedono aiuto alla sua rete di servizi nel territorio, un dato che certamente sottostima le povertà presenti, ma che offre comunque uno spaccato del fenomeno. In media il 35% delle persone che si rivolgono alla rete Caritas sono di nazionalità italiana, la fascia di età più censita è quella di 40-49 anni, il 45% dichiara di essere regolarmente coniugato/a, il 35% ha figli minori nello stato di famiglia e il 60% dichiara di essere disoccupato/inoccupato o con precaria condizione lavorativa. Infine, ogni richiesta di aiuto rappresenta una multiproblematicità, dove difficoltà economiche o gravi povertà, si sommano a problemi abitativi, sanitari, familiari, educativi, di scarsa istruzione, alimentari, dipendenze, disabilità/invalidità o detenzione/giustizia.               

Negli ultimi anni è stato registrato un incremento di persone cosiddette “working poor”, anziani che vivono con pensioni inadeguate, persone che a causa di reddito insufficiente si vedono costrette ad abbassare la propria qualità di vita sociale, persone con ingiunzioni di sfratto per morosità incolpevoli, persone che rinunciano a cure e visite sanitarie, che riducono le spese d’istruzione e di formazione per i figli. Di conseguenza, è stato registrato un aumento dell’individualismo e dell’esclusione sociale, dell’indebitamento, di problematiche legate all’ansia o depressive, ma anche di dipendenze e devianza sociale, soprattutto giovanile. L’obiettivo del progetto PURA è proprio quello di andare a incidere su questi fenomeni.

“Con questo progetto la Chiesa aretina-cortonese-biturgense cerca di rispondere ai bisogni della nostra gente non in modo occasionale ma ben strutturato – dice il vescovo Andrea Migliavacca -. La mia gratitudine va a tutti gli operatori di questo nuovo progetto e alla Fondazione CR Firenze per il decisivo contributo”.

Per informazioni sul regolamento procedurale e la segnalazione di eventuali casi, si prega di contattare il numero telefonico 0575/354769 oppure scrivere un’email a caritas@caritas.arezzo.it.

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