Casentino, cinque sindaci ribattono a Vagnoli
“Vagnoli ha ragione a parlare di conservazione delle poltrone, ma gli facciamo notare che l’unica poltrona che si conserva nel tempo è la sua, quella di presidente della conferenza zonale e quella di vicepresidente della conferenza di area vasta, che gli danno lustro e visibilità – dichiarano i sindaci – forse la paura di perderle lo fa parlare in questi toni, invocando la politica, vecchia o nuova, i capi bastone e altre fantasiose teorie”.
Così replicano i sindaci di Talla, Chitignano, Chiusi della Verna, Ortignano Raggiolo e Montemignaio.
“La realtà è proprio quella di aver detto basta a quel vecchio sistema che ha garantito a lui la poltrona con i voti dei sindaci di centro sinistra, che ora voleva raddoppiare con i voti del centro destra, essendosi proprio nel centro destra stabilmente collocato – continuano i sindaci – l’ unica cosa vecchia è il modo gattopardesco di agire e la voglia di cambiare le regole per mantenere o raddoppiare ruoli e poltrone proprio di Vagnoli. Corre poi l’obbligo di fare delle precisazioni tecniche, perché fare confusione coi termini e mistificare la realtà forse può servire a raccogliere qualche like ma di certo non fa bene ai cittadini e alle cittadine e alla verità che gli si deve. L’Unione dei Comuni non è il capofila del “distretto sanitario” , ma il capofila dell’ATS Casentino che è Ambito Territoriale Sociale, le risorse che gestisce per l’ambito sono quelle socio assistenziali (fondo sociale regionale, fondi per le famiglie, fondo povertà, ecc.) e non quelle sociosanitarie ne sanitarie che la Regione eroga alla Asl. L’unione come capofila è assolutamente coerente con un ente che eroga servizi sociali per 9 comuni e in alcuni casi per tutti i 10 comuni del Casentino. Infine – continuano i sindaci – essere capofila significa svolgere le seguenti funzioni: monitoraggi, rendicontazioni, rilevazioni statistiche e dei dati di attività. Insomma una serie di attività importanti, svolte sempre con coscienza, cura e nell’interesse dei cittadini e delle cittadine casentinesi. Per concludere sul metodo di voto della conferenza, che richiede una doppia maggioranza di teste e quote – concludono i sindaci – lo riteniamo un meccanismo sacrosanto di garanzia per evitare che le realtà più piccole siano delegittimate, favorendo il dialogo e la mediazione, e per far sì che tutti gli abitanti del casentino abbiano pari dignità, indipendentemente dalla dimensione del comune di residenza. In casentino ci sono dieci sindaci e sindache, non uno, e ciascuno ha il dovere di tutelare l’interesse del comune che gli elettori e le elettrici l’hanno chiamato a garantire”.