Ospedali toscani, “estate da dimenticare: pochi infermieri, tante aggressioni”

Un agosto particolarmente difficile quello che si sta vivendo in molti ospedali della nostra regione. Il problema principale segnalato dal NurSind e comune a tutte le aree toscane riguarda la carenza di personale, che finisce per mettere in crisi da una parte i sanitari (ai quali vengono richiesti sempre più straordinari, rientri al lavoro durante i periodi liberi, spostamenti improvvisi da un reparto all’altro) e dall’altro la qualità dell’assistenza erogata alla cittadinanza. “In questo quadro tutt’altro che consolante – spiega il segretario regionale del NurSind Giampaolo Giannoni la grande assente è la Regione, che non ha mai dato seguito alle nostre richieste sulle assunzioni, sull’adeguamento delle tariffe per le cosiddette ‘produttività aggiuntive’, sulla prescrizione infermieristica, sul 118. Silenzio su tutta la linea, con il personale infermieristico che è comprensibilmente sempre più stanco, demotivato e arrabbiato. Siamo in stato di agitazione e molto preoccupati: se le cose dovessero rimanere così il rischio è che tanti servizi dopo l’estate non possano riaprire”.

A Firenze, si spiega dal sindacato delle professioni infermieristiche, nelle ultime settimane il numero minimo di 19 infermieri per il turno notturno all’interno del pronto soccorso di Careggi (indicato dalla stessa Azienda come contingente minimo) non viene rispettato e i turni vengono organizzati con 18 unità, salvo poi ricorrere impropriamente alla pronta disponibilità. Non va meglio al Meyer dove in alcuni casi i turni di lavoro superano le 12 ore consecutive e viene spesso utilizzato personale non formato e spostato secondo le necessità tra i vari reparti, esponendo di conseguenza i pazienti a un rischio elevato.

La problematica legata alle aggressioni è uno degli aspetti più sentiti a Prato: il pronto soccorso continua a registrare il più alto numero di accessi dell’Asl Toscana Centro e necessita di un posto di polizia aperto 24 ore al giorno. La grave mancanza di Oss, inoltre, si riverbera sul lavoro degli infermieri che sono costretti a svolgere mansioni non di loro pertinenza. Secondo NurSind, che è pronto a proclamare lo stato di agitazione, anche l’assistenza territoriale infermieristica lascia molto a desiderare e non è sfruttata come dovrebbe, mentre la situazione all’interno del carcere della Dogaia, con temperature altissime e infermieri colpiti da malesseri è da tempo fuori controllo.

Non va meglio nella vicina Pistoia, dove la segreteria territoriale parla di carichi di lavoro mai calcolati effettivamente, di un numero di Oss assolutamente inadeguato e di pronto soccorso in eterno affanno, con barelle che mancano e persone che arrivano a stazionare anche 36-48 ore. 

A Pisa il pronto soccorso di Cisanello è continuamente preso d’assalto: nei giorni scorsi si sono registrati fino a sessanta pazienti in barella in attesa di ricovero e l’Azienda ha provveduto a mettere a disposizione dei posti letto in più in varie unità operative praticamente senza aggiunta di personale. Questo ha portato a un ‘mix’ tra specialistiche diverse, con un notevole caos organizzativo per la gestione dei pazienti. Inoltre, segnala il sindacato, se non interverranno novità gli interinali che sono stati assunti per cercare di far fronte alle carenze estive vedranno il loro contratto scadere il 31 agosto.

Anche a Lucca e in Versilia situazione difficile, con sovraffollamento dei pronto soccorso e difficoltà diffuse nei reparti: in questo caso la stima del NurSind è che siano un centinaio i sanitari mancanti all’appello rispetto alle effettive necessità e la proclamazione dello stato di agitazione è sempre più vicina.

Nella provincia di Massa Carrara si registra una sensibile carenza di infermieri e Oss,  motivo per cui nei giorni scorsi è stato proclamato lo stato di agitazione. Inoltre persiste il problema delle aggressioni, soprattutto al pronto soccorso e nei parcheggi.

Non va meglio nell’area sud-est della Toscana: a Siena e Grosseto la mancanza di infermieri e Oss si fa sentire anche nell’organizzazione del lavoro di tutti i giorni. L’Asl, spiega il sindacato, continua a prendere come riferimento gli organici del 2019, senza considerare l’apertura di nuovi servizi e reparti: in questa situazione così complessa, molte realtà possono rimanere aperte soltanto grazie al ricorso agli straordinari o costringendo gli infermieri a svolgere il lavoro degli Oss mancanti. Caso limite quello del presidio di Abbadia San Salvatore dove il sindacato ha evidenziato temperature che superano i trenta gradi e addirittura l’assenza in un reparto di persiane, col personale costretto a proteggersi dai raggi del sole applicando cartoni ai vetri.

Ad Arezzo, invece, lo stato di agitazione è stato dichiarato da quasi un mese ed è dovuto anche in questo caso a carenze di personale alle quali si vanno ad aggiungere spostamenti e disagi per i sanitari a causa del caldo eccessivo all’interno dei reparti degli ospedali del Casentino e della Valtiberina

Come se non bastasse – conclude il segretario Giannoni – nelle scorse settimane la Regione ha annunciato i contenuti degli indirizzi per l’applicazione del contratto della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria approvati dalla Giunta: in questo documento si parla della produttività aggiuntiva che verrà pagata 100 euro l’ora per i medici che contribuiranno al contenimento delle liste d’attesa o che decideranno di lavorare in pronto soccorso o negli ospedali delle aree periferiche della Toscana. Crediamo che questa rappresenti una grandissima ingiustizia nei confronti degli altri operatori sanitari e invitiamo a questo punto infermieri e ostetriche ad astenersi dalle cosiddette ‘aggiuntive che in alcune aziende vengono pagate poco meno di 30 euro l’ora“.

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