Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

venerdì | 27-12-2024

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Alzheimer, formazione per terapie non farmacologiche

Elena Bigliazzi, Assessore alle Politiche Sociali: “Dobbiamo aprire le nostre strutture assistenziali e residenziali a tutte le novità e le possibilità che la ricerca ci mette a disposizione per dare agli ospiti tutte le possibilità di vivere meglio.”

E’ partito nei giorni scorsi il progetto di formazione del personale socio sanitario della Casa famiglia S. Martino di Foiano sul tema “Le terapie non farmacologiche: la Doll Therapy.”

A seguire, proprio nel mese di settembre, mese Mondiale dell’Alzheimer, verranno messe in uso due bambole terapeutiche, donate da un’artigiana di Foiano, Eleonora Cortonicchi, a beneficio di persone, ospiti della struttura, con valutazione Specialistica di grave deterioramento Cognitivo.

Il progetto ha come soggetti collaboratori oltre al Comune di Foiano, la Cooperativa l’Arca, l’agenzia formativa Athena, AIMA, il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze Valdichiana, nella persona della Dott.ssa Tiziana Ingegni.

Gli studi sulla terapia della bambola come cura per la demenza e l’Alzheimer si ispirano alla teoria dell’attaccamento formulata già negli anni ’60 dallo psicologo John Bowlby, e si basa sulle ricerche che evidenziano come la costante ricerca del contatto reciproco da parte del bambino e del genitore sia la conseguenza di un istinto primordiale.

Da questa teoria prendono avvio tutti gli studi inerenti alla terapia della bambola. Uno dei primi benefici che si possono trarre dalla della terapia della bambola è una riduzione degli accessi di ira e degli stati d’ansia. Nonché il risveglio di ricordi piacevoli, ad esempio se l’anziano è stato genitore, il semplice gesto di cullare il bambolotto cantandogli una ninna nanna può riportare alla mente emozioni e sensazioni legate a un momento felice della sua vita.

La bambola, inoltre, può diventare un diversivo per creare delle relazioni con gli altri ospiti della struttura o con i caregiver, riducendo anche l’apatia e stimolando la persona a lasciarsi coinvolgere nelle attività.

“E’ un progetto di grande valore, racconta Elena Bigliazzi Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Foiano della Chiana. Dobbiamo aprire le nostre strutture assistenziali e residenziali a tutte le novità e le possibilità che la ricerca ci mette a disposizione per dare agli ospiti tutte le possibilità di vivere meglio. Purtroppo l’Alzheimer è una patologia che colpisce molti anziani, per la quale spesso non è sufficiente la terapia farmacologica, e risultati importanti ed efficaci si ottengono con interventi pratici ed esperienziali. Per questo abbiamo accolto con grande favore l’idea di formare persone in questa pratica della Doll Therapy, che, anche può sembrare elementare, da spesso dei risultati sorprendenti.”

Il progetto è stato curato dalle psicologhe Luisa Carini e Giulia Sciarri di AIMA, assieme alla dott.ssa Tiziana Ingegni della ASL Toscana sud est e coordinata dall’operatrice Silvia Bucci

Articoli correlati