Giuseppe e Bobby cercano urgentemente casa in Toscana, altrimenti rischiano di finire in strada

L’intervento della sede Lav di Prato ha evitato la separazione di un nucleo familiare, quello di Giuseppe con il suo cane Bobby. La Lav chiede l’intervento del Presidente Giani per garantire l’accoglienza che non separi le famiglie, di qualunque forma ess siano.

Giuseppe ha perso il lavoro, che non riesce a recuperare per problemi di salute, e ora anche la casa, per via di uno sfratto esecutivo che lo ha lasciato senza un tetto sopra la testa. E se non fosse stata coinvolta la sede LAV di Prato avrebbe rischiato di perdere il suo fedele compagno, Bobby, un cane di 11 anni.

Ieri il Servizio Emergenza Urgenza Sociale (SEUS) di Montespertoli, un servizio regionale della Toscana, ha cercato di aiutare Giuseppe, riuscendo a trovare per lui un alloggio temporaneo. Nessuna struttura, però, ha accettato di ospitare anche Bobby, cosa che ha messo Giuseppe di fronte a una scelta straziante.

L’uomo si è rifiutato di abbandonare il suo amico a quattro zampe o di consegnarlo a un canile, in quanto avrebbe dovuto rinunciare alla proprietà, dichiarando di preferire piuttosto una notte all’aperto, su una panchina, pur di non separarsi da lui.

“Di situazioni come questa, purtroppo, ce ne sono molte: storie di persone che hanno perso tutto e che difendono strenuamente il legame prezioso e salvifico che hanno con i loro cani o gatti, rifiutando la possibilità di un alloggio per non doversi separare dai loro affetti, componenti a quattro zampe della loro famiglia”, dichiara Alessandra Ferrari, responsabile dell’area animali familiari LAV.

Il SEUS per l’intera giornata di ieri ha contattato diverse strutture di zona, alla disperata ricerca di un rifugio per Bobby. Purtroppo, però, le porte si sono chiuse una dopo l’altra. Finché la Clinica Veterinaria “Chirone” di Firenze non li ha messi in contatto con la sede LAV di Prato.

I volontari LAV si sono immediatamente attivati per accogliere Bobby e garantirgli un rifugio sicuro e caldo, ospitandolo la scorsa notte presso i locali della stessa sede locale LAV. Giuseppe, nel frattempo, tranquillizzatosi, è stato assistito dal SEUS e è stato collocato in una struttura di accoglienza.

“Il problema è però lontano dall’essere risolto – dichiara Cristiano Giannessi, sede LAV di Prato – Con il SEUS che può garantire assistenza solo per i prossimi tre giorni e con il passaggio di competenze all’assistente sociale territoriale, temiamo che Giuseppe possa essere costretto a prendere decisioni dolorose e a separarsi dal suo Bobby”.

È cruciale che istituzioni ed enti preposti si attivino per trovare soluzioni concrete a questo genere di situazioni, costruendo politiche più inclusive che considerino gli animali come veri e propri membri della famiglia, essenziali per il benessere emotivo e fisico dei loro amici umani.

“Rimanere vicino al proprio cane o gatto non è un’esigenza di serie B. Per questo chiediamo al Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e ai Sindaci della zona di realizzare l’accoglienza di tutti e due assieme, trasformando questa situazione disperata in un esempio di accoglienza antispecista da ripetere in tutte le regioni del nostro Paese”, conclude Ferrari di LAV.

Noi di LAV lavoriamo ogni giorno a più livelli affinché le famiglie, in particolare quelle che vivono in condizioni di fragilità sociale, possano restare unite, con progetti come quello in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, volto a tutelare il prezioso legame che unisce una delle fasce più fragili della popolazione, gli anziani, con i cani e i gatti che hanno condiviso con loro tutta la vita.

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