Il Presepe aretino, visita a sorpresa in stazione, rifiuti e nuove telecamere
Anche se qualcuno aveva anticipato, molti aretini hanno rispettato la tradizionale data dell’8 dicembre per la realizzazione di Presepi, alberi e altre decorazioni natalizie. In qualche caso, si è anche cercato di attualizzarli e aretinizzarli, creando vere e proprie chicche. Nei presepi classici si fatica a far stare in piedi le pecore sul muschio o la borraccina e in quelli aretinizzati si è creata la stessa cosa creando buche ovunque nel paesaggio, con pastori che, giustamente incantati dalla cometa, non guardavano a terra e quindi le buche le prendevano tutte e chi aveva un agnello a tracollo… il tracollone lo dava in terra. Altri pastori invece le pecore le smarriscono, non tanto per anticipare la bella parabola che Gesù pronuncerà da grande, ma bensì perché se nel Presepe aretino l’illuminazione è quella di quella in diverse zone periferiche, si fa difficoltà a ritrovare le persone… figuriamoci le pecore! Pure nelle terrazze e nei giardini si è cercato di prestare soccorso alle scarse illuminazioni con decorazioni e giochi di luce da urlo da fare invidia al Rock Feller Center a New York! Poi nello sfondo del Presepe aretinizzato, molti hanno messo i Re Magi, con il volto coperto dal velo, non tanto per usanze orientali o per proteggersi dalla sabbia del deserto, ma a rappresentare e proteggersi dalle ventate maleodoranti delle nostre zone. Nei Presepi aretini non ci sono soldati romani, anche perché l’Anfiteatro è chiuso ormai da tempo e poco conta se Via Romana (appunto) è riaperta seppur temporaneamente. Belli anche gli alberi a tema aretino, con le palle sistemate in qua e in là a cianfo (come i monopattini), con le luci come già detto potenti, sennò un se vede una sega, e con i pacchi a terra, a ricordare i fenomeni che a terra ci lasciano i pacchi e le buste invece che nei cassonetti. Classico invece il puntale in cima, anche se a qualcuno è venuto voglia di scapare l’albero (come si fa coi fagiolini), perché il puntale gli era venuto a noia.
Visita a sorpresa del Segretario PD Schlein alla Stazione di Arezzo per verificare la tratta che percorrono diversi pendolari tra Chiusi e la nostra città, tra difficoltà causa orari, ritardi e disservizi a raggiungere i luoghi di lavoro e di studio. La Schlein ha incolpato di questo quel genio del Ministro Salvini, che a sua volta ha rigettato le colpe su chi gestisce le tratte regionali e quindi la Regione e di conseguenza l’EuGenio Giani del PD. A quel punto i pendolari stessi hanno chiesto al macchinista di ripartire, anche perché le chiacchiere fanno aumentare i ritardi, ma quando poi sia la Schlein che Salvini si son messi a parlare di alta velocità, che per il traffico locale serve come lo zucchero nella panzanella, tutti gli intervenuti hanno approfittato dell’alta velocità delle gambe per cavassi dai coglioni.
Ha fatto il giro dei social la foto di uno stendino da bucato che è stato piegato a forza e gettato dentro un cestino da carta creando una specie di scultura astratta che, a confronto la Banana di Cattelan è diventata nera… non perché andata a male, ma dal nervoso e l’invidia. Questo stendino nel cestino, che vista anche la rima poteva essere benissimo anche un'”opera” degna di Icastica, è il triste specchio di come molti “usano” i sistemi per lo smaltimento dei rifiuti. Altro capolavoro (visto personalmente) due pianali impagliati di sedie messi a contrasto nella buca quadrata del cassonetto indifferenziato, che seppur vuoto a metà, era impraticabile. Per non parlare di continui materassi o mobili, coi marciapiedi davanti ai cassonetti pronti a far concorrenza a Riccardo Corredi o Marinofamercato. Oppure bottiglie di plastica o vetro ovunque. Dobbiamo comunque ammettere che sono gesti mobiliari, pardon, nobiliari. Infatti mentre un Re c’ha il trono, questi son cialtroni. Proprio in questi giorni c’è il versamento del saldo della TARI e di conseguenza occasione per richiedere all’amministrazione maggiori servizi a giustificare gli aumenti. Ma purtroppo per ora aumentano più i cialtroni e i maleducati che le bollette.
Segnalata l’installazione di nuove telecamere per la sicurezza. Siamo riusciti ad avere in esclusiva alcuni audio di ignari cittadini, ma anche ladri, durante esperimenti prova di queste telecamere. Eccone alcuni: In molte zone cittadine: “Con sto buio un se vede una sega“; davanti al Palazzo Comunale “Ma il Sindaco ‘un c’è manco oggi?“; davanti ad alcune aziende orafe: “Dai spacca ‘gni cosa col piede de porco, tanto anche se ci beccano, il giorno dopo ci rimandano fuori“; poco fuori San Zeno: “Ma le telecamere el puzzo lo sentiranno?”. In fondo a Piaggia di Murello: “qui son più utili le pasticche dei freni che de Viagra“; o davanti all’ex Circolo Aurora: “Meno male han messo le telecamere a infrarossi sennò de qui de rosso un c’era rimasto niente“. Per ora non è stato possibile installare telecamere davanti alla ex Lebole perché le telecamere stesse si girano dall’altra parte per lo schifo. E per finire il proverbio della settimana: se la montagna viene da te e te non sei Maometto, vuol dire che è una barca de rena e sei entrato per sbaglio ai Porcinai.