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sabato | 21-12-2024

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Una fiaccolata per Daniel Rus. Il soccorritore: “Fermarsi ad aiutare, sempre”. La figlia Roberta: “Vivrà in ogni passo che farò”. La moglie Monica: “Era felice”

Daniel Rus, rumeno residente in Italia, di professione autotrasportatore, 51 anni, è deceduto a 8 mesi e mezzo dall’incidente stradale avvenuto il 2 aprile scorso nella zona industriale di Pratacci, ad Arezzo. Nonostante le cure ricevute, Rus non è riuscito a riprendersi dai gravi traumi agli arti e alla testa, ben sette fratture craniche ed è deceduto dopo una lunga degenza. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per tutta la comunità, che si è stretta attorno alla famiglia in questo momento di dolore organizzando una fiaccolata in memoria di Daniel. La fiaccolata è stata accompagnata da un’ambulanza della Croce Bianca e dalle 100 candele donate da Don Alvaro. Dopo una breve messa, il corteo ha percorso il tragitto che Daniel avrebbe dovuto compiere quella sera di nove mesi fa: da via Lumière, il luogo dell’incidente, fino al Paris Bistrot, il ristorante dove Daniel stava andando a piedi per incontrare la moglie. Poco prima, aveva parcheggiato il suo camion e stava attraversando la strada quando venne investito da un’auto, una Fiat Punto, poi identificata grazie alle telecamere di sorveglianza. L’impatto lo sbalzò in aria, lasciandolo agonizzante sull’asfalto, abbandonato senza soccorso sul marciapiede. Ad accorrere per primo fu un giovane di 23 anni, Niccolò Parnetti, che immediatamente allertò i soccorsi. Ha parlato anche lui alla fiaccolata: “Faccio le condoglianze alla famiglia, non conoscevo Daniel, poteva essere mio padre. Nella tragedia, ho avuto la fortuna di conoscere belle persone come la moglie Monica e la famiglia. Non deve succedere, ma se succede, dobbiamo fermarci ad aiutare, sempre“.  Dopo il ricovero iniziale a Siena e il trasferimento successivo a Montevarchi, Daniel, descritto da chi lo ha conosciuto come “una brava persona, sempre pronto ad aiutare tutti“, ha affrontato un lungo calvario, superando il coma per ben due volte. Ma, nonostante la sua straordinaria forza, lunedì le sue condizioni si sono aggravate, ponendo fine a ogni speranza. “Ha lottato come un leone – ha detto la moglie Monica –. Ce lo hanno portato via nel momento più felice della sua vita: nostra figlia stava per sposarsi, ora ci ritroviamo a vivere una tragedia”. La figlia Roberta ha letto una struggente lettera per il padre: “Avresti voluto crescere i tuoi nipoti, qualcun altro ha deciso diversamente. Sei sempre stato la nostra forza e la nostra ispirazione, speriamo di ritrovarci presto. La tua memoria vivrà in ogni passo che io farò“. Una storia straziante, che avrà un seguito giudiziario con la prima udienza il 13 febbraio, quando sarà imputata la donna alla guida della Fiat Punto, accusata di omissione di soccorso. L’avvocato che segue la famiglia: “Grazie ai medici, che hanno capito il dolore dell’uomo e della sua famiglia. Io sono una cara amica della moglie, lui era davvero un bravo uomo e amava alla follia le donne della sua vita, la moglie e la figlia. Nella sua pacatezza era sempre presente, affettuoso e simpatico“. La salma dell’uomo, attualmente sotto sequestro per l’autopsia, sarà poi trasferita in Romania, paese d’origine. La fiaccolata di questa sera, oltre a un momento di ricordo e raccoglimento, costituisce un impegno e un monito per un futuro più sicuro sulle strade, affinché nessuno venga più lasciato solo.

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