E45, il Governo dice “no” allo stato di emergenza nazionale. Saltano le misure di sostegno

La decisione è stata comunicata ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Umbria in una lettera a firma Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Ricordiamo che la E45 è stata riaperta parzialmente dal 13 gennaio scorso, ma solo al traffico leggero. Anche stamani cittadini e categorie economiche erano scesi in strada per protestare.
Il no è arrivato perchè non saremmo in presenza di una situazione imprevista e imponderabile e perchè i problemi sollevati dovrebbero essere risolti in via ordinaria dagli enti competenti. Per quanto attiene il sostegno alla popolazione, si tratterebbe di attività limitate e quindi da attuare in via ordinaria, cosi’ come le misure di sostegno alle attività economiche, che non possono essere ricomprese nelle categorie di intervento previste nelle norme di riferimento. In sintesi: il Governo non riconosce lo stato di emergenza nazionale a seguito della chiusura del viadotto Puleto sulla E45 per rischio di cedimento deciso dalla Procura di Arezzo a metà’ gennaio.
“Dopo due mesi e mezzo dalla chiusura del viadotto- afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – questa comunicazione rappresenta la prima risposta formale che riceviamo dal Governo e si tratta di un no con motivazioni che appaiono francamente incredibili”
“Non tutti i territori, chiosano il presidente della Toscana Enrico Rossi e l’assessore alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, sono evidentemente nel cuore e nel portafoglio del Governo. E meno male, aggiungono, che la Regione Toscana, per quanto possibile, aveva anticipato l’intervento sulle situazioni più penalizzate con una legge che ha stanziato 300 mila euro a favore delle imprese danneggiate e un ulteriore pacchetto di aiuti approvato dalla giunta che prevedeva un canale di microcredito fino a 20 mila euro per imprese artigiane e piccole imprese, ripagabile dal terzo anno in dieci anni e senza interessi, un fondo rotativo per le imprese più grandi con uno stanziamento iniziale di 500 mila euro ed altri 50 mila per la promozione turistica della zona, oltre ad interventi di riasfaltatura della viabilità secondaria su cui era stato deviato il traffico pesante”.
Lo stato di crisi regionale era stato decretato a fine gennaio, assieme alla richiesta di apertura di una procedura di stato di emergenza nazionale che i presidenti delle Regioni attraverso cui si allunga il viadotto, ovvero Toscana e Umbria, avevano inviato alla presidenza del consiglio per i danni patiti per via della chiusura dal tessuto sociale ed economico.
Per il Governo però i problemi causati dalla chiusura del Puleto sono risolvibili “per via ordinaria” e quindi “le misure di sostegno alle attività economiche non sono ricomprese nelle categorie di intervento” previste dalle norme di riferimento. Motivazioni, queste, giudicate incredibili.
“Come incredibile, sottolineano ancora presidente della Toscana ed assessore ai trasporti, è che una delle motivazioni che la Presidenza del consiglio adduce sia quella relativa ad una scarsa manutenzione che suona come un’accusa diretta nei confronti di un ente operativo, l’Anas, che fa capo al ministero e che chiama dunque in causa il ministero stesso, che ha il compito e dovere stesso della vigilanza sulla strada”.
Presidente ed assessore invitano i parlamentari di tutti gli schieramenti (e soprattutto quelli che sostengono il governo) ad intervenire perché ci possa essere un ripensamento.