Chiuso il procedimento sulla bonifica di Podere Rota: nessuna responsabilità del gestore per il superamento dei limiti di sostanze inquinanti
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La Conferenza dei servizi ha definitivamente stabilito che Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A. (CSAI) non ha alcuna responsabilità nel presunto superamento dei limiti di sostanze inquinanti nei terreni limitrofi alla discarica di Podere Rota, nel comune di Terranuova Bracciolini. Dopo quasi due anni di indagini ambientali e numerosi accertamenti tecnici, è stato confermato che non vi è alcuna anomalia nel quadro ambientale della discarica.
Durante i rilievi, sono state riscontrate tracce di alcune sostanze, come i solfati, che però rientrano nei limiti di legge previsti per l’area del Valdarno, caratterizzata da una naturale presenza di solfati più elevata rispetto ad altre zone.
Il secondo procedimento: CSAI parte lesa
Resta ancora in corso un secondo procedimento relativo ai superamenti dei limiti di legge per cromo e cromo VI lungo la Strada Provinciale 7 di Piantravigne. Tuttavia, è stato chiarito che la contaminazione è dovuta esclusivamente alle terre di riporto utilizzate per la realizzazione della variante della strada e che non esiste alcun collegamento con l’attività della discarica di Podere Rota.
Anzi, proprio grazie alla collaborazione di CSAI, che fin da subito ha offerto il suo supporto alle indagini ambientali, è stato possibile accertare la presenza di inquinanti e condurre il Piano di caratterizzazione su tutta l’area, compresi i terreni non di sua proprietà.
Dopo approfonditi campionamenti, analisi e studi condotti da ARPAT con il supporto dell’Università di Firenze, è emerso che non vi è alcuna relazione tra le contaminazioni rilevate e la gestione dell’impianto. Per questo motivo, CSAI si configura come parte danneggiata, tanto che l’azienda ha già ottenuto la costituzione di parte civile presso il Tribunale di Firenze nel procedimento riguardante l’inquinamento da KEU.
Un danno economico e reputazionale per CSAI
Per mesi, CSAI è stata ingiustamente indicata come responsabile dell’inquinamento, subendo danni economici e di immagine. Ora, le indagini dimostrano chiaramente che l’azienda è totalmente estranea ai fenomeni di contaminazione e che anzi, al pari del Comune di San Giovanni Valdarno, del Comune di Terranuova Bracciolini e della Provincia di Arezzo, è proprietaria incolpevole dei terreni toccati dall’inquinamento.
È importante sottolineare che fu proprio CSAI, già nel 2020, a segnalare alle autorità competenti – ARPAT e Regione Toscana – la presenza di valori anomali nei terreni adiacenti alla discarica. Da questa segnalazione sono partite le indagini che oggi confermano la sua estraneità ai fatti.
L’azienda ha sempre agito con responsabilità e trasparenza, adottando da subito misure di sicurezza per garantire la tutela dell’ambiente circostante, come la copertura delle aree interessate con teli impermeabilizzanti, per impedire la diffusione di eventuali sostanze nelle falde acquifere.
Ora che il piano di caratterizzazione e le verifiche richieste dalla Conferenza dei servizi si sono concluse, la Regione Toscana dovrà proseguire gli accertamenti per individuare i veri responsabili delle contaminazioni della SP7. CSAI, a sua volta, valuterà la possibilità di intraprendere azioni risarcitorie contro chi l’ha ingiustamente accusata e contro i reali colpevoli di questa complessa vicenda.