Striscia l’insolenza
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Non sto qui a riportarne il contenuto perché ci sono le foto che parlano da sole, dico solamente che alzarsi la mattina e ritrovarsi sotto casa, o sotto la redazione, uno striscione con slogan contro la tua persona non è piacevole. Trovo questo episodio una manifestazione di inciviltà, non di pensiero. Esiste la libertà di espressione delle proprie idee e opinioni, che può concretizzarsi in tante forme democratiche, questo scelto da alcuni “tifosi” dell’Arezzo è un metodo inurbano. Ho espresso la mia personale solidarietà a Bertini e alla Muzzi.
Posso essere in disaccordo con quello che dicono o scrivono sulle questioni che riguardano la società e la squadra amaranto, però rispetto il loro pensiero e difenderò sempre il loro diritto a manifestarlo. Con Paolo ci conosciamo da 40 anni, ci lega una bella amicizia, non sono stato d’accordo con lui con certe posizioni critiche nei confronti del direttore generale Pieroni e gli ho detto ciò che pensavo in faccia, senza tanti giri di parole. Credo sia giusto così. Francesca era arrabbiata e spaventata, immaginate una donna quanto possa restare suggestionata e traumatizzata da un simile evento. Francesca è una donna intelligente e sensibile, ha scritto un libro bellissimo dedicato all’Italia del calcio gay e sta raccogliendo soddisfazioni in tutta la penisola. Il dialogo e il confronto sono costruttivi, sono l’essenza di un paese democratico, intimidire le persone con striscioni e slogan pesanti è una forma di violenza inaccettabile.