Seppia in campo: “Arezzo, meno propaganda, è l’ora di voltare pagina”

Mauro Seppia, presidente dell’Associazione aretina ‘La Fabbrica delle idee’, regala alcune riflessioni dopo la conferenza di venerdì scorso sul tema “Ospedale e Territorio: tra le aspettative del Pnrr e le criticità della sanità pubblica.
L’ex parlamentare aretino esprime apprezzamento per l’importante investimento della Regione Toscana sull’Ospedale San Donato, definito un’eccellenza a livello nazionale e terzo tra gli ospedali toscani. L’intervento regionale, detta di Seppia, assume un valore ancora maggiore perché avviene nonostante i tagli del Governo Meloni alla sanità pubblica. Critica duramente il tentativo della Giunta Ghinelli di attribuirsi meriti che spettano alla Regione, sottolineando come la destra locale non abbia contribuito in alcun modo al potenziamento del presidio ospedaliero. Seppia evidenzia inoltre la totale assenza di politiche per la sanità territoriale da parte dell’amministrazione comunale: in dieci anni, nessun centro diurno, casa famiglia o progetto di cohousing per anziani è stato attivato. Neppure i fondi del PNRR, specificamente destinati al rafforzamento dei servizi di assistenza territoriale, sono stati sfruttati, al contrario di altri comuni della provincia. Secondo Seppia, i pochi servizi esistenti sono frutto dell’impegno della Regione, della USL e di realtà del terzo settore, non del Comune, che ha invece sprecato risorse in opere inutili. La conclusione è netta: “Bisogna girare pagina”. Arezzo ha bisogno di meno propaganda e più azioni concrete, a partire dal rafforzamento dell’assistenza domiciliare, dei servizi diurni e di nuove soluzioni abitative per anziani e fragili, anche nelle frazioni.
L’intervento integrale di Seppia:
“L’impegno, importante, della Regione per adeguare e migliorare l’Ospedale San Donato va salutato in tutto il rilievo e significato positivo che ha per la nostra città e la Provincia.
In primo luogo, perché, il miglioramento del San Donato permette di consolidare ed estendere una vera e propria eccellenza ( secondo Nesweek), tra gli ospedali italiani, il San Donato è al 29° posto ( dopo l’Ospedale di Pisa ed il Maggiore di Bologna) ed è terzo assoluto fra gli ospedali toscani, dopo Careggi e l’Ospedale Cisanello di Pisa).
In secondo luogo, per il fatto che l’intervento regionale è proseguito malgrado i continui tagli che il Governo Meloni ha apportato alla sanità pubblica.
In questo senso, visto l’improvvido tentativo della Giunta comunale di Arezzo di appropriarsi dell’intervento della Regione, occorre ribadire che l’importante investimento ha avuto luogo, nonostante la destra, che, al di là di fumose chiacchiere, non ha recato alcun concreto contributo.
Ora si impone il rilancio della sanità territoriale, con la prevenzione, la presa in carico, con la crescita dell’aspettativa di vita, delle cronicità per gli anziani, la solitudine, le fragilità, anche dei giovani.
La Giunta Ghinelli non ha prodotto nulla nella concreta promozione e realizzazione dello sviluppo della sanità territoriale.
Esempio palese ed eclatante nel campo degli interventi rivolti alla popolazione anziana ed alle famiglie ( nel nostro Comune gli anziani sono più di ¼ degli abitanti):
il saldo di 10 anni di governo della destra è sotto gli occhi di tutti:
Centri diurni per anziani non autosufficienti attivati in 10 anni = 0
Case famiglia attivate in 10 anni = 0
Cohousing attivati in 10 anni = 0
Nemmeno l’occasione dei bandi della Missione 5 del PNRR ( quella specificatamente dedicata al potenziamento dei servizi di assistenza territoriale alle persone anziane) è stata colta: per implementare la rete dei servizi agli anziani, il comune di Arezzo ha elaborato e presentato zero progetti e proposte, a differenza di diversi comuni della provincia che – attivando collaborazioni anche con il terzo settore locale- hanno acquisito risorse aggiuntive per estendere l’offerta di servizi agli anziani.
Quello che c’è, in citta, si deve all’impegno della Regione Toscana e della USL e di alcune imprese sociali, non certo all’iniziativa del Comune, che ha speso i soldi dei cittadini in operazioni fallimentari ( basti pensare alla caserma dei vigili urbani di via Fabio Filzi o alla rotonda di via Fiorentina) e non si è posto come riutilizzare, per fare servizi, parte del patrimonio inutilizzato.
Bisogna girare pagina. Servono alla città meno propaganda, meno chiacchiere, meno fumo e più risposte concrete.
Ad iniziare dal potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, dalla implementazione dell’offerta dei servizi diurni e di risposte di residenzialità sociale che costituiscano un’alternativa, vera ed utilizzabile, al ricovero in RSA in città e nelle frazioni, dove, chi ha bisogno è lasciato solo”.
IL Presidente dell’Associazione
Mauro Seppia