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mercoledì | 16-04-2025

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Immigrazione, in Toscana crescono gli stranieri presenti: verso il mezzo milione, l’11,6% della popolazione

I cittadini stranieri presenti in Toscana sono 424.000, l’11,6% della popolazione con una media italiana che si attesta all’8,9%. E con i 146.000 stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, sono 570.000 i residenti in Toscana che hanno un background migratorio, il 15,6% dei 3,7 milioni di abitanti. Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso della presentazione del Rapporto 2024 sull’immigrazione in Toscana, redatto da un gruppo coordinato dall’Osservatorio sociale regionale e che è stato presentato questa mattina nella sede della presidenza della Regione.

“La Toscana – ha osservato il presidente Eugenio Giani – ha gestito le emergenze in un contesto nazionale incerto e frammentato. E siamo orgogliosi di come siamo riusciti a farlo. In linea con la normativa europea noi siamo per l’integrazione e l’inclusione dei migranti, per assicurare loro istruzione, alloggio, salute e occupazione cioè, in sintesi, per dare pari opportunità a tutti coloro che in Toscana vivono. Insomma le nostre politiche per l’immigrazione sono, a tutti gli effetti, parte integrante dei sistemi di welfare regionale e locale. E la collaborazione con gli enti locali, così come il modello toscano di accoglienza diffusa, funzionano, tanto che vogliamo proseguire, e con convinzione, su questa strada”.

Il 18% dei nati in Toscana è straniero e un quarto dei matrimoni che si celebrano ha almeno un componente straniero. Da oggi al 2060, senza gli stranieri, la Toscana perderebbe 1,4 milioni di abitanti ma, grazie agli stranieri, mantenendo il trend attuale la perdita sarà di circa 400.000 abitanti. Come dire che gli stranieri, nei prossimi 35 anni, aumenteranno fino ad arrivare ad 1 milione.

Il 46,5% degli stranieri residenti è europeo, la cui metà proviene da Paesi UE. Gli asiatici rappresentano il 30,5%, gli africani il 16,5%, gli americani il 6,5%. Sono quasi 10.200 i richiedenti asilo in Toscana. Il 18% è ospitato in strutture Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), mentre sono oltre 8.300 i migranti ospitati nei Cas (i Centri di accoglienza straordinari. I posti di accoglienza disponibili sono cresciuti di 85 unità raggiungendo i 1.874, l’80% dei quali in accoglienza ordinaria. La presenza femminile è quasi raddoppiata ed è al 15% e i beneficiari dell’accoglienza vengono soprattutto dal Pakistan (16,4%), Nigeria (11,/%) e Afghanistan (9,7%).

La provincia toscana con più ospiti in strutture di prima accoglienza alla fine del 2024 è Firenze, con 2.062 ospiti, seguita da Siena con 1.123 e Pisa con 976.
Dal 2020 al 2024 sono state presentate 24.708 istanze per il riconoscimento della protezione civile internazionale e in 1.690 casi è stato riconosciuto lo status di rifugiato.

“Siamo – affermano gli assessori regionali Serena Spinelli, che gestisce le deleghe alle politiche sociali e alla cooperazione internazionale e Stefano Ciuoffo che si occupa di politiche per i cittadini stranieri e rapporti con gli enti locali – una regione inclusiva, che promuove un approccio integrato, partecipato, sostenibile e consapevole e che punta a realizzare una parità sostanziale tra stranieri e italiani. Vogliamo implementare il sistema integrato per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo potenziando la loro formazione civica e linguistica. Particolare attenzione la dedichiamo ai richiedenti asilo, ai soggetti vulnerabili e a coloro che godono di una protezione internazionale”.

“In un tempo in cui c’è chi alimenta paura e divisione, noi scegliamo responsabilità, conoscenza e coesione – dichiara l’assessore Stefano Ciuoffo – “Il Rapporto ci restituisce la fotografia di una Toscana che affronta il tema immigrazione con strumenti intelligenti e visione strategica, mettendo in luce la forza delle reti locali, dei Comuni, il ruolo fondamentale del Terzo Settore, e il lavoro quotidiano di chi è in prima linea. È la dimostrazione concreta che l’immigrazione non è un problema da contenere, ma una sfida da governare. La Toscana non respinge, accoglie. E nel farlo, difende la sua dignità democratica.”

“Il fenomeno migratorio non è un’emergenza, è una realtà strutturale che coinvolge quotidianamente i nostri territori e il nostro sistema di welfare – aggiunge l’assessora Serena Spinelli. – “E noi rispondiamo con azioni concrete, con servizi attivi sul territorio, con politiche che mettono al centro le persone, soprattutto le più vulnerabili. Le donne migranti, i minori, le persone senza dimora, i richiedenti asilo e i rifugiati, non sono numeri, sono vite che meritano ascolto, protezione e opportunità. Questo Rapporto è una bussola per non arretrare di fronte alla complessità, ma per continuare a costruire un welfare giusto, plurale, capace di includere e di rappresentare la società nella sua molteplicità.”

Rapporto immigrazione 2024: la scheda

Ecco alcuni dei numerosissimi dati che compongono il Rapporto 2024 sull’immigrazione in Toscana, redatto da un gruppo coordinato dall’Osservatorio sociale regionale.

L’impegno della Toscana di fronte delle emergenze umanitarie

L’accoglienza alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra a fine 2024 ha raggiunto le 11.900 persone accolte con protezione temporanea (8.200 adulti, di cui 80% femmine, e 3.700 minori), l’83% delle quali arrivate nel 2022.

Nel 2023 nel porto di Livorno hanno avuto luogo 7 sbarchi ed altrettanti nel 2024 mentre il porto di Marina di Carrara ha accolto 9 navi di soccorso nel 2023 e 5 nel 2024.

Il numero di Minori stranieri non accompagnati in Toscana è in costante crescita dal 2020 (arrivando ai 1.062 del 2023) e la risposta dei servizi sociali territoriali alla crescente presenza è stata soprattutto la struttura residenziale socio-educativa e la struttura residenziale da alta autonomia.

Le prime e le seconde generazioni di stranieri

La quota di studenti stranieri nel ciclo di istruzione è cresciuta sensibilmente e ad oggi sono quasi 64mila (il 16% degli iscritti), di cui 2/3 di seconda generazione. Sono 26.800 nella scuola primaria (19%), 16mila nella secondaria di I grado (16%) e 20.800 nella secondaria di II grado (13%). Gli indicatori di disagio scolastico (esiti e ritardi) stanno notevolmente migliorando grazie alle seconde generazioni, tuttavia permane una sensibile differenza con gli italiani.

La salute e l’accesso ai servizi sanitari

L’età media delle donne straniere al parto inferiore rispetto a quella delle italiane e si registra una differenza nell’assistenza in gravidanza, con una quota rilevante di donne straniere (17,8%) che effettua meno di 5 visite in gravidanza, oltre a prediligere il consultorio come struttura di riferimento. Diminuiscono le interruzioni volontarie di gravidanza anche tra le straniere, ma il tasso di abortività resta molto più alto rispetto a quello delle autoctone (13,7‰ vs 4,8‰).
L’ospedalizzazione è in calo sia per gli stranieri che per gli italiani, con tassi di ricovero superiori nella popolazione italiana vista l’età media più avanzata. I tassi di accesso al Pronto Soccorso di stranieri e italiani sono pressoché coincidenti, ciò suggerisce un utilizzo più elevato da parte della popolazione straniera già in età giovanile (data la più giovane età).
Le notifiche di Hiv e Aids nella popolazione straniera sono in diminuzione dal 2016, seppur ancora molto più elevati rispetto a quelli della popolazione italiana.
La Toscana, si riconferma come una delle regioni italiane con il più alto numero di detenuti stranieri (47,4% del totale popolazione carceraria), dato superiore alla media nazionale (31,5%). Si riscontra fra i detenuti stranieri una elevata % di dipendenza da alcol (10,3% vs 1,4% dei detenuti italiani) e i detenuti di nazionalità africana sono i più coinvolti nei suicidi e nei tentativi di suicidio.

Il mercato del lavoro

Al 2023 gli stranieri occupati in Toscana sono 194mila (12% degli occupati e 15% dei lavoratori dipendenti) e dal 2008 gli occupati stranieri sono cresciuti di 47mila unità (+2,7%), a fronte di -6mila tra gli italiani. Persiste la forbice stranieri italiani nella disoccupazione, tra i maschi (8% vs 4%) ma soprattutto tra le femmine (15% vs 5%). Le immigrate hanno un tasso di inattività particolarmente alto (35% al netto delle studentesse, contro il 22% delle italiane), ancora più elevato tra le provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente.
L’occupazione straniera è fortemente caratterizzata dalla concentrazione in un numero ristretto di settori di attività, dove la presenza italiana è ridotta, caratterizzati da bassi salari e dove è più alto il rischio di rimanere intrappolati in occupazioni a bassa qualifica, a carattere discontinuo e orari ridotti. Le imprese a conduzione straniera nel 2023 sono 57 mila e rappresentano il 17% delle imprese in Toscana.
Il part-time involontario è molto più frequente tra gli immigrati: il 20% dei dipendenti stranieri dichiara di lavorare a orario ridotto non per propria scelta, contro il 9% degli italiani, il 32% tra le immigrate.
Lo svantaggio degli stranieri nel mercato del lavoro si riflette in più bassi redditi da lavoro: nel 2023 un lavoratore straniero percepisce un reddito annuo lordo da lavoro più basso del 33% di quello di un lavoratore italiano. Nelle famiglie di stranieri è maggiore, rispetto a quelle di italiani, l’incidenza della condizione di grave deprivazione materiale e sociale (7,5% vs 2,1%) e del rischio di povertà (26,3% vs 7,7%).
I comparti più esposti sono quelli con alta intensità di lavoro, mansioni a bassa qualifica, elevata flessibilità, modesti investimenti tecnologici, forti picchi stagionali, filiere produttive squilibrate a vantaggio della grande distribuzione. I cittadini stranieri rappresentano una quota rilevante della manodopera impiegata, spesso in condizioni di particolare vulnerabilità a causa della necessità di mantenere il permesso di soggiorno e del limitato accesso a tutele contrattuali.
Tra quindici anni, se la domanda di lavoro e le dinamiche demografiche rimanessero uguali a quelle attuali, l’offerta di lavoro residente riuscirebbe a soddisfare solo l’83% dei fabbisogni lavorativi delle imprese. Per colmare il calo demografico della popolazione in età da lavoro, quindi, saranno necessari almeno 355 mila lavoratori provenienti dall’estero.

Gli sportelli informativi per stranieri

In Toscana, nel 2024 risultano attivi 149 sportelli informativi per cittadini stranieri, di cui il 62% a titolarità pubblica (Enti pubblici) e il 38% a titolarità privata non profit (Terzo settore e sindacati/patronati). La concentrazione maggiore di sportelli si registra nell’area fiorentina, con 58 sportelli, seguita dalla provincia di Pisa con 23.
Il principale servizio garantito dagli sportelli è quello di informazione e orientamento per gli utenti stranieri (79%). Svolgono inoltre una funzione di filtro e orientamento che riduce gli accessi ripetuti agli uffici delle Questure e le domande inappropriate. Un terzo degli sportelli (32%) svolge anche un vero e proprio accompagnamento ai servizi competenti a rispondere ai bisogni specifici rilevati.

La Toscana integra meglio

La Toscana ha un indice generale di integrazione territoriale superiore alla media nazionale, in linea con le altre regioni del Centro Italia. Rilevanti i valori virtuosi in merito all’attrazione territoriale e all’inserimento occupazionale, in linea con la media nazionale la dimensione inclusione sociale.
L’Indice di integrazione generale ha un valore di 7,18, nettamente superiore alla sufficienza. Rispetto al 2009, sia l’indicatore generale che quelli delle quattro componenti (sociale, culturale, economica e politica) risultano notevolmente migliorati.

Il pianeta Terzo Settore

Circa 1.400 Enti del Terzo settore e Onlus sono impegnati nel sostegno e nell’inclusione di persone di origine straniera, principalmente attraverso accoglienza, mediazione culturale, insegnamento della lingua e aiuti umanitari.
In tale scenario il ruolo del Cesvot e del Forum del terzo settore è cruciale in termini di coordinamento e orientamento delle progettualità, così come nella sensibilizzazione, nella promozione dell’intercultura e nella formazione dei volontari su questi ambiti di intervento

Dalla Toscana all’estero

Nel 2023 dalla Toscana (quinta tra le regioni italiane) sono stati inviati verso altri paesi circa 673 milioni di euro, pari all’8,2% del totale nazionale. La comunità che invia la cifra pro-capite maggiore verso il paese d’origine è quella georgiana (oltre 12 mila euro pro-capite), seguita dalla bengalese (7.443 euro) e dalla pakistana (6.813 euro). La provincia che genera i maggiori flussi di rimesse verso l’estero è Firenze (243 milioni di euro), seguita da Pisa (83 milioni) e Prato (75 milioni). Nel 2024 si stima che i cittadini con background migratorio abbiano inviato verso i paesi d’origine attraverso canali formali e informali circa 882 milioni di euro, di cui 355 in occasione dei ritorni periodici in patria.

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