“Riflessi antichi, visioni contemporanee”, Soave: “San Francesco punto di partenza per i turisti”
Oltre 200 scatti inediti di fotoamatori iscritti ai principali club fotografici della zona e un video emozionale racconteranno al pubblico dell’esposizione gli angoli più affascinanti della provincia. Casentino, Valdarno, Valdichiana e Valtiberina dopotutto custodiscono paesaggi a cui anche Piero della Francesca era affezionato. A distanza di un piano, nello stesso edificio, il suo famosissimo ciclo di affreschi sulla Leggenda della Vera Croce dialogherà con le bellezze del territorio, guardate dall’obbiettivo di appassionati di fotografia.
Nell’anno che il Ministero dei beni e delle attività culturali dedica allo slow tourism, il Polo Museale della Toscana e Munus Arts & Culture cercano di catturare con questo evento visitatori di ogni provenienza, grandi e piccini. Fra le 7 sezioni della mostra rientra quella riservata a un’installazione interattiva, pensata come strumento didattico sulla flora e la fauna locali.
L’inaugurazione ufficiale, in programma per giovedì 4 luglio alle 17:30, si svolgerà “in trasferta”, nelle sale del Museo d’Arte Medievale e Moderna. Lorenzo Soave, Direttore gestioni museali e mostre di Munus Arts & Culture, ha curato l’esposizione insieme a Ilaria Pugi.
Bianca: Quali aspetti rendono la fotografia il canale artistico ideale per parlare di turismo lento?
Lorenzo Soave: È un mezzo moderno che raggiunge un po’ tutti i target e consente di cogliere scorci nascosti del territorio, attraverso l’interpretazione di coloro che vogliono documentarlo. Il punto di forza di questa mostra è il coinvolgimento dei più importanti circoli fotografici disseminati nella provincia di Arezzo. I fotoclub fanno un lavoro molto importante che spesso è poco visibile al grande pubblico, perché non hanno una vetrina per esporre gli scatti dei loro autori. Attraverso una selezione siamo arrivati a 50 artisti di opere fotografiche che raccontano non solamente i luoghi più famosi, ma soprattutto quelli meno noti, straordinari da scoprire proprio nell’ottica di una nuova forma di turismo.
Bianca: Cosa colpirà di più il residente e il turista che visiteranno l’esposizione?
Lorenzo Soave: Chi abita qui troverà sicuramente interessante la mostra. Tutti diciamo sempre che conosciamo meglio le altre città rispetto a quelle in cui viviamo. In più i fotografi sono stati le guide di questo viaggio inconsapevolmente. Nel loro peregrinare ora si ritrovano a far parte di un nucleo di autori messi insieme per presentare al pubblico le meraviglie del territorio. Per quanto riguarda i turisti, non è un caso se abbiamo deciso di organizzare l’esposizione sotto gli affreschi di Piero della Francesca. Si tratta del sito museale più importante della provincia Arezzo, uno dei più rilevanti in Toscana. Da sito turistico privilegiato si presta ad essere il punto di partenza per andare a visitare altri luoghi meno celebrati dei dintorni.
Bianca: Quanto la promozione social spontanea può far bene a un territorio?
Lorenzo Soave: Ormai la comunicazione social è diventata la più importante in assoluto. Il nostro intento era anche quello di avvicinare le giovani generazioni a queste tematiche, perché lo slow tourism è una forma di cultura. Il turismo di massa, mordi-e-fuggi, fatto di gruppi organizzati e ristoranti convenzionati apre le porte ad esperienze spesso non autentiche, molto artificiali. Trasmettere ai giovani il senso di viaggiare in modo più consapevole è sicuramente un arricchimento. Ecco perché l’hashtag del titolo, che si riferisce a una campagna promozionale legata alla mostra.