Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

lunedì | 21-04-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Figline, crisi Bekaert: rischio bomba sociale per il Valdarno fiorentino e aretino. Di Maio si muova

A settembre, come annunciato dai vertici della multinazionale belga Bekaert, lo stabilimento di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, chiuderà i battenti. Le lettere ai lavoratori sono già state inviate e molte missive sono arrivate nel territorio aretino. I numeri dicono come l’azienda ex Pirelli, infatti, conti un totale di 318 dipendenti, di cui più del 50% proveniente dal Valdarno aretino. Ben 53 da San Giovanni Valdarno, 30 da Montevarchi e altrettanti da Terranuova Bracciolini, 24 lavoratori da Cavriglia, 15 da Castelfranco Piandiscò, altri da Loro Ciuffenna e Bucine
A conti fatti, 170 lavoratori della provincia di Arezzo che rischiano di rimanere a casa, tante famiglie che potrebbero ritrovarsi in difficoltà e la vertenza, con tanto di fascicolo aperto al Mise e sul tavolo del vice premier Di Maio, riguarda tutto il ricco e produttivo Valdarno. Tanto che i sindaci di tutto il Valdarno, nel corso di un consiglio comunale aperto tenutosi a Figline a fine giugno, si sono espressi in maniera compatta nel condannare il comportamento della Bekaert.

Ora a lanciare l’allarme “bomba sociale“, il giorno dopo l’assemblea in fabbrica con i lavoratori, in cui le organizzazioni sindacali hanno riferito l’esito dell’incontro di martedì a Roma con il ministero dello Sviluppo economico, è il segretario generale della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini.

“Il clima in fabbrica è infuocato – continua Beccastrini – e come sindacati abbiamo proposto, e i lavoratori hanno condiviso la scelta, di continuare a produrre per lo meno fino all’interruzione per ferie, il prossimo otto agosto.

A questo punto però il governo deve fare davvero la sua parte: ci servono ammortizzatori sociali e ci servono tempi per trovare un possibile acquirente per iniziare a reindustrializzare l’area”.

“E anche Pirelli – aggiunge il segretario Fim – che è fortemente corresponsabile di questa situazione, perché ha scelto lei Bekaert, deve fare la propria parte, mettendo in atto una maggiore pressione commerciale su Bekaert, perché ci conceda il tempo che serve per la reindustrializzazione.

Se non sarà così, se non emergeranno novità positive dall’incontro di martedì prossimo, valuteremo se e come lanciare anche un boicottaggio dei prodotti Pirelli”.

Il vice premier e ministro del lavoro Di Maio si muova e passi dalle parole ai fatti, c’è un’intera vallata che aspetta risposte.

Fonte foto: Ansa

Articoli correlati