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lunedì | 24-02-2025

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Funerali Benito Butali, il saluto di tutta la città di Arezzo. Fontana: “Proseguiamo il suo impegno” – Foto

Tutto il mondo del cavaliere era presente alle esequie in Duomo. Le componenti di un’intera città rappresentata dalle autorità, dal tessuto commerciale ed imprenditoriale, l’editoria, i dipendenti delle aziende del commendatore e il calcio. Tutti intorno ai familiari, la moglie Vera, i figli Paola, Alessandro, Francesco e i nipoti, per tributare l’ultimo saluto ad un grande protagonista della vita aretina.

Nell’omelia, Monsignor Riccardo Fontana ha notato come “sono presenti anche i più piccoli perchè colgano il dono che loro ha lasciato nonno Benito”.

“La città s riunisce per affidare al Signore un autentico protagonista di Arezzo. Ci sono due facce di una storia che dobbiamo entrambe accennare: 67 anni di matrimonio con la sua Vera, una cosa incantata, testimonianza bella e profonda. Il nostro pensiero va a Vera, accanto a Benito con ruoli di vario genere senza mai tirarsi indietro. Ha  fatto del lavoro il suo modo di esercitare le virtù cristiane. Benito ha avuto al capacità di guardare avanti sempre e un carattere che gli permetteva di sorridere anche nei momenti più complessi, cogliere il futuro, leggere la realtà e trovare soluzioni. Quante ne ha trovate, una corona del rosario di novità. Ha fatto bene la sua parte. A quanta gente ha dato lavoro? In maniera sobria, senza esporsi, senza fare i primi della classe. Una grande storia aretina. Arezzo ha i suoi tesori. Stamani la città è chiamata a ragionare sulla qualità delle persone. Non basta sempre lamentarsi e guardarsi indietro. Vorrei che il nostro Benito Butali fosse un icona di chi di fronte alle difficoltà trova le soluzioni, non si piange addosso. Alcuni passaggi della sua vicenda meritano di essere ricordati, come la capacità di trasformare. I Butali partirono come imprenditori agricoli a Civitella, capirono che non era il futuro e inventarono l’azienda. Il lavoro è un segno che non vogliamo dimenticare. Quando la città perse le meraviglie del Fabbricone, Benito Butali si inventò altro, inventò Teletruria per far capire alla città quel che succede. Bento Butali non è nuovo di fronte alle cose di Dio e della Chiesa. Venne a incontrarmi dopo pochi giorni che ero ad Arezzo e mi disse: “Puoi contare su di me”. Comprensibile il dolore dei figli e dei familiari. Ci chiede di proseguire la linea di positività e impegno. Benito ha fatto tutto il possibile per rendere migliore Arezzo. La storia di nonno Benito e nonna Vera diventerà una bella favola da raccontare ai più piccoli, ai nipoti”. 

Tra le autorità, il sindaco Alessandro Ghinelli, gli assessori comunali Tanti e Comanducci, la vice presidente del consiglio regionale Lucia De Robertis, l’assessore Vincenzo Ceccarelli, Franco Marinoni e Catiuscia Fei di Confcommercio, di cui Butali era presidente onorario e il segreterario generale della Camera di Commercio Giuseppe Salvini. Presente anche una delegazione dell’Arezzo calcio guidata dall’allenatore Daniele Di Donato. 

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