Ludopatia: Gamurrini perde le staffe e attacca il Corriere di Arezzo
Il vicesindaco di Arezzo Gianfrancesco Gamurrini, in un post su Facebook, esorta chi lo segue a non comprare il Corriere di Arezzo, rèo, a suo dire, di aver titolato in maniera “ingannevole” rispetto alla sua presenza all’inaugurazione di una sala slot.
Ora, senza entrare nel merito della vicenda, sulla quale abbiamo già ampiamente riferito, riportando comunicati e dichiarazioni in maniera equidistante, vorremmo soffermarci su quanto scritto dal Vice Sindaco di Arezzo.
Riportiamo letteralmente: “Così come qualcuno si sente libero di fare titoli che traggono in inganno, tanto per vendere 2 copie in più o per screditare qualcuno, allo stesso modo io mi sento libero di dire di non comprare certi quotidiani”. Certo che questo qualcuno (il giornalista) si sente libero, anzi lo è, di fatto e di diritto, come sancito dall’art. 21 della Costituzione della Repubblica, per cui può titolare come ritiene, se non commette violazioni. Risulta ovvio inoltre che vendere 2 copie in più non genera certo ricchezza o cambia la vita di un giornale. Sullo screditare qualcuno, poi, cui prodest? Così come ciascuno di noi può dire o scrivere di non acquistare questo o quel prodotto. Il problema, come al solito, sorge se si ricopre un ruolo pubblico, di servizio verso i cittadini. In tale caso occorre una dose aggiuntiva di attenzione nelle sortite, siano esse fisiche (come la presenza nei paraggi di una sala slot nel giorno dell’inaugurazione) o intellettuali (come l’invito a non comprare un giornale). Attenzione dovuta ai cittadini – elettori, data dalla responsabilità dell’incarico.
Il vice Sindaco dovrebbe conoscere i dati di “Reporters sans frontières”, che pone l’Italia in 46^ posizione al mondo nella classifica sulla libertà di stampa ed è questo dato, insieme alle continue minacce e pressioni che molti giornalisti ricevono, che dovrebbe preoccuparlo. Altra premura che il buon politico dovrebbe avere, è quella di incentivare i giovani alla lettura e a tenersi sempre informati, utilizzando ogni canale a disposizione, sentire tutte le voci in maniera plurale per formarsi un’opinione. Che fatica, si dirà! Più semplice “sparare” su un titolo non gradito. Sembra diventato uno sport nazionale: i nostri politici sempre più spesso vedono la stampa non più come fondamento essenziale della democrazia, bensì come un nemico al quale mostrare apertamente avversione. Dovrebbero sapere che prima dei diritti ci sono le libertà e che il diritto all’informazione è una libertà, certo da esercitare responsabilmente.
Il rischio è che, alimentati da chi li rappresenta, siano sempre di più coloro che si sentono autorizzati a screditare il cosiddetto “quarto potere”.
Il giornalismo in tutte le sue forme e attraverso non importa quale media, sia esso via tv, radio, web o carta stampata, è uno dei baluardi della libertà e la stampa, lo sappiamo, “cane da guardia” della democrazia. La posta in gioco è alta e per questo ci sentiamo di mostrare la nostra solidarietà al Corriere di Arezzo: invitare a “non comprare” un giornale è quella “mediafobia” di cui non sentiamo certo il bisogno, nemmeno ad Arezzo.
Arezzo 24 – La redazione