Prosegue il contagio del batterio killer New Delhi

Non è ancora sconfitto il batterio killer New Delhi che in Toscana fa registrare 15mila infezioni annue con una media di 4-500 morti e che, dal rientro sul territorio del paziente numero zero dalla città indiana, ormai un anno fa, sta proseguendo il suo contagio. 

L’allarme infezioni da assistenza ospedaliera ha riunito a Firenze medici, farmacisti e dirigenti Asl per fare il punto e soprattutto per concertare un piano di lotta al fenomeno. Ieri, durante il convegno nell’auditorium de La Nazione ‘Lotta alle infezioni correlate all’assistenza’, promosso da Motore Sanità nell’ambito del progetto Icarete, sostenuto da Menarini, si è parlato in particolare dell’area nord ovest della nostra regione. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana Carlo Tomassini, il responsabile struttura complessa Malattie infettive e tropicali Aou Careggi di Firenze Alessandro Bartaloni, il direttore Uo Malattie infettive Aou Pisa Francesco Menichetti e Francesco Saverio Mennini, professore di Economia sanitaria dell’Università di Roma Tor Vergata. A fare gli onori di casa, la direttrice de La Nazione, Agnese Pini.

“Nella nostra regione siamo dotati di un buon sistema di sorveglianza”, ha sottolineato il professor Francesco Menichetti, direttore Uo Malattie infettive Aou Pisa. “Quella che invece funziona poco bene – ha proseguito – è la buona pratica assistenziale”. “E’ un dato di fatto che bisogna tornare alle più elementari norme di igiene – ha affermato -. In particolare, bisogna che i sanitari si lavino le mani prima di ‘passare’ da un paziente all’altro. Purtroppo, attualmente l’adesione alle buone norme di pratica clinica è largamente affidata al senso di responsabilità dell’operatore. Per questo bisogna osservare e soprattutto vigilare sul rispetto delle pratiche igieniche”. Per quanto riguarda il batterio killer, adesso in Toscana ci sono 2mila portatori intestinali del germe che, se non isolati, possono, in ospedale, diffondere il germe ai pazienti più fragili. È quello che è successo in Toscana. Come fare adesso? “Stiamo correndo ai ripari – fa sapere sempre Menichetti, – identificando i portatori al momento del loro ricovero attraverso tamponi sistematici”.

E Claudio Zanon, direttore scientifico Motore Sanità:

“Da quando il problema dei super batteri resistenti alle terapie disponibili è emerso nella sua estrema gravità, la ricerca farmaceutica ha ripreso vigore e progressivamente sta mettendo a disposizione nuovi e più efficaci antibiotici”. 

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