Nel nome di Enzo
La salma si trova esposta presso le Cappelle della Misericordia di Arezzo. Le esequie si terranno martedì 19 maggio alle 17 presso il roseto del tempio crematorio del cimitero di Arezzo.
Scrive Santino Gallorini, con cui Enzo Gradassi stava lavorando ad “un libro già scritto a quattro mani, ricostruiremo la vicenda dei fratelli Tani e di Aroldo Rossi, assassinati dai fascisti il 15 giugno 1944 in una cella del carcere di Arezzo“:
“Ci hai fatto conoscere tante storie e tanti personaggi. Hai illuminato episodi oscuri. Sempre con la tua indiscussa onestà intellettuale, unita a perspicacia e fiuto da grande segugio della Storia. Te ne sei andato troppo presto, prima di portare alla luce altre vicende e altri personaggi, positivi e negativi. Riposa in Pace”.
Il ricordo di Enzo Gradassi nel messaggio di cordoglio del sindaco Ghinelli: “Un uomo per bene, innamorato del suo lavoro, capace di scavare dentro la realtà. Ci lascia una serie di opere letterarie che sono un prezioso serbatoio di conoscenze”.
“Di Enzo Gradassi – dice Ghinelli – ho sempre apprezzato l’amore viscerale per la nostra città, la nostra gente, il nostro territorio. Era un uomo di grandi passioni, con un attaccamento forte ai valori che hanno fatto di Arezzo e della sua provincia uno straordinario esempio di vitalità e di ingegno. Amava la storia ma non amava definirsi uno storico: preferiva il ruolo di divulgatore a cui ha dedicato energie e tempo, consegnandoci una serie di iniziative culturali, di opere letterarie che rappresentano un prezioso serbatoio di conoscenze e che ci hanno consentito di capire meglio il nostro passato. Ho appreso con costernazione della sua scomparsa, nonostante sapessi da tempo dell’agguerrita battaglia ingaggiata contro la malattia. Lascia a tutti noi, – conclude – alla comunità di cui era uno dei più attivi rappresentanti, il ricordo di una persona per bene, innamorata del suo lavoro, capace di scavare dentro la realtà per coglierne anche i significati più nascosti. Alla sua famiglia le condoglianze mie e di tutta l’amministrazione comunale”.
Luciano Ralli Capogruppo Pd, Francesco Romizi Capogruppo Arezzo In Comune, Alessandro Caneschi Segretario comunale PD e Francesco Ruscelli Segretario provinciale Pd con queste parole salutano Enzo Gradassi:
“E’ difficile lasciare segni. Lo si può fare con l’impegno civile, con la passione umana e politica, con gli scritti e le riflessioni. Enzo Gradassi lo ha fatto con tutto questo. E un filo ha legato ogni sua azione: l’essere giornalista. Mestiere difficile che nei decenni ha perduto una parte della sua anima ma questo non è mai accaduto ad Enzo che ha vissuto il suo lavoro come studio, approfondimento, ricostruzione, rispetto della verità acquisibile e quindi possibile. Grazie Enzo per il tuo lavoro e per quanta memoria hai lasciato a tutti, impedendo che la frenesia e la superficialità cancellassero irrimediabilmente le tracce della nostra storia.”
E l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli:
“La scomparsa di Enzo Gradassi è un grande dolore per chi come me ha avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzare il suo impegno e la passione con cui portava avanti le cose nella quali credeva, nella vita e nel lavoro. L’ho potuto conoscere in profondità durante il mio mandato di Presidente della Provincia. Da anni già era impegnato sul tema della memoria, della salvaguardia dei valori e e dei protagonisti della resistenza. Su questi temi abbiamo lavorato e ho potuto apprezzare la sua profonda conoscenza di quel periodo e la passione con cui portava avanti il suo lavoro. Un uomo con valori solidi, che sono felice di aver potuto condividere. Alla famiglia mando le mie condoglianze e un affettuoso abbraccio”.
Anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Arezzo commenta la scomparsa di Enzo Gradassi, giornalista, ricercatore, storico e memoria della Resistenza aretina. Era nel direttivo di sezione dell’Anpi e aveva fatto parte del Comitato provinciale: “La perdita di Enzo lascia un vuoto incolmabile.”
Gradassi avrebbe compiuto 70 anni la prossima settimana. Di origine contadina, cosa di cui andava orgoglioso, aveva lavorato in Provincia prima come addetto stampa e poi presso l’assessorato alla cultura, si era dedicato alla ricerca storica e aveva pubblicato molti libri ed articoli. Al suo lavoro presso l’amministrazione provinciale dobbiamo fra l’altro la collana editoriale “Provincia di Arezzo: arte cultura storia”, numerose mostre documentarie e il “Museo virtuale dell’antifascismo e della resistenza.“ A breve sarebbe uscita la sua ultima minuziosa ricerca, condotta assieme a Santino Gallorini, sulla cattura ed il successivo assassinio dei fratelli Tani e di Aroldo Rossi, il 15 giugno 1944, nel carcere di Arezzo.
“Enzo non amava la retorica, – prosegue Sarrini – e diventa difficile ricordarne la figura senza rischiare di cadervi. Aveva conosciuto e intervistato molti dei protagonisti dell’antifascismo sia degli anni ’20 sia della Resistenza. Per noi era una fonte inesauribile di consigli, notizie e, coerentemente con il suo carattere, rimbrotti sempre costruttivi. Aveva spaziato su molti temi, riportando alla luce personaggi sconosciuti ai più. Mi rimane difficile pensare al futuro senza di lui.”
“A nome della sezione aretina e del Comitato provinciale dell’Anpi – conclude Sarrini – rivolgo il più stretto abbraccio alla compagna, ai figli e quanti, e sono tanti, che hanno voluto bene al questo geniale, appassionato e competente studioso.”
La Federazione di Arezzo del Partito della Rifondazione Comunista si unisce al cordoglio per la scomparsa di Enzo Gradassi:
“Enzo è stato uno dei principali studiosi della storia popolare di Arezzo e delle sue valli, delle lotte contadine ed operaie, della Resistenza e più in generale dell’antifascismo.Con lui scompare un punto di riferimento per la sinistra aretina, non solo per essere stato un militante autorevole del PCI, ma anche per la capacità che aveva di raccogliere intorno alle sue ricerche e alle sue fatiche letterarie l’attenzione verso la storia del movimento operaio, con l’intenzione di non disperdere né la memoria né l’importanza delle sue conquiste. A lui la gratitudine dei comunisti e degli antifascisti aretini, con l’auspicio che l’eredita da lui lasciata nell’impegno per tenere viva la memoria venga raccolta, custodita e diffusa quanto più possibile. Enzo ha affrontato la malattia con grandissima dignità, non facendo mancare la sua denuncia quando si è cercato di smantellare o rendere meno accessibili servizi essenziali, come quello ai malati oncologici, del nostro sistema sanitario pubblico. A sua figlia Ilaria e a tutti i suoi cari va l’abbraccio fraterno dei comunisti di Arezzo.”
Arezzo 2020, il tempo di cambiare
“Ciao Enzo
Dopo aver combattuto la malattia per tanti anni con la forza dei suoi affetti e dei suoi libri, alla fine Enzo Gradassi ci ha lasciato.
Arguto e meticoloso, pungente e selettivo, nei suoi libri Enzo è stato scrittore essenziale quanto nella vita prodigo e veritiero affabulatore di cronaca e storia. Partigiano nel senso migliore, cioè colui che sa vedere ragione e torto e decide di schierarsi dalla parte giusta, pur senza disconoscere le contraddizioni che vita e storia ci presentano. E partigiano nel voler ricostruire fino al dettaglio vari accadimenti della Resistenza aretina per consegnarli a chi ignora, a chi dimentica, a chi non vuole che si ricordi.
Enzo Gradassi è stato giornalista, ricercatore delle tradizioni popolari e poi scrittore di varie storie della nostra terra, indagate con la passione dello scopritore e lo scrupolo dello storico e poi raccontate con stile asciutto e senza prosopopea. Dalle sue tante storie “minori” sono emerse vicende umane, politiche, sociali che spiegano e imprimono la cifra alla storia “grande”.
Per molti aretini Enzo è stato un amico e un compagno, per altri un impareggiabile narratore di tante nostre radici. Per tutti un uomo verso il quale serbare riconoscenza e affetto”.
L’Amministrazione comunale di Civitella in Val di Chiana, esprime tutta la sua vicinanza ai familiari, ricordando Enzo Gradassi per il prezioso lavoro da lui svolto per la memoria della storia del nostro territorio ed in particolare per l’aiuto da lui dato per la ricostruzione storica della strage nazifascista del 29 giugno 1944. Vogliamo ricordarlo al nostro fianco con le sue conoscenze e con il suo impegno durante le ricerche effettuate dalla Procura militare de La Spezia durante il processo per l’individuazione dei nazisti responsabili dell’eccidio, nella nascita e durante le iniziative dell’Associazione Civitella Ricorda e nelle celebrazioni e ricerche portate avanti dall’amministrazione comunale.
“Se ne va lasciando un patrimonio storico preziosissimo, di libri e saggi di approfondimento nonché materiale digitale da lui raccolto che rappresenta e rappresenterà un insostituibile punto di riferimento per le ricerche e gli studi di tanti insegnanti e degli studenti delle scuole della nostra provincia.”
Il toccante ricordo di Donella Mattesini:
“E poi, nel primo pomeriggio di questa domenica calda e soleggiata, arriva una notizia che non avrei mai voluto sentire: “Donella, purtroppo Enzo Gradassi ci ha lasciato”, mi scrive in un messaggio una amica.
Sono quei momenti in cui ti rendi conto di quanto tempo ti è mancato. Un tempo mancato per una telefonata, un caffè, due parole su FB. Un tempo mancato perchè avevo pensato che Enzo ce l’avrebbe fatta, che il suo amore per la vita avrebbe vinto.
Questa speranza era dentro di me, forse legata alla grande forza con cui Enzo ha vissuto e combattuto la sua malattia, a quel suo continuare a fare ciò che gli piaceva di più: conoscere e raccontare, sempre con il sorriso che ti regalava quando ti incontrava, Dando nuova vita ai tanti volti della storia popolare aretina ed alla alla storia della Resistenza aretina di cui era il più grande conoscitore.
Uno di quei momenti in cui tornano alla mente tutte le cose, le situazioni che sono state vissute insieme: da dipendente della Provincia, io al mio primo impiego pubblico e lui giornalista addetto stampa. E poi ancora in Provincia, anni dopo, io Assessore e lui ancora impegnato nel suo lavoro.
E poi come dimenticare il sostegno quando nel 2004 da capolista dei DS mi sono candidata al Comune di Arezzo. Fu Enzo a fare il mio “santino” con cui ho fatto la campagna elettorale. Sua la foto e discusse con lui quelle poche parole che descrivevano il senso del mio impegno.
Ed infine ancora un sostegno grande nel 2006 quando riuscimmo ancora a vincere le elezioni comunali.
E quando nel 2008 mi sono candidata alle Elezioni politiche, l’ho avuto ancora vicino, anche se in realtà non era molto convinto di quella scelta, pensando che sarebbe stato doveroso ed utile che rimanessi ad Arezzo. Ed anche dopo non me lo ha mandato a dire.
E nel 2013 quando a fine Legislatura gli chiesi di aiutarmi a fare il resoconto della mia attività parlamentare, ancora una volta mi regalò il suo aiuto.
Caro Enzo, sono passati mesi, talvolta molti mesi, in cui non ci siamo sentiti e visti. Ma tu Enzo, eri una persona che lascia il segno, a cui ci si affezionava, perchè eri una persona davvero speciale. Una persona apparentemente ruvida ed invece di grande sensibilità ed umanità.
Un grande giornalista, un grande ricercatore, un uomo colto.
Ma io voglio ricordare qui la tua voglia di vivere, la tua arguzia, la tua ironia e simpatia, la tua grande umanità e generosità.
Voglio ricordarti per il tuo coraggio, per la tua capacità di essere protagonista delle cose in cui credevi, il tuo metterci sempre la faccia.
L’ultima volta che abbiamo fatto una comune battaglia è stata poco tempo fa, quando la ASL, per una assurda ristrutturazione, prevedeva che i malati oncologici avrebbero dovuto rinunciare a quella essenziale modalità che è “il medico di riferimento”. Mi dicesti: “Ma come fanno a non capire che ogni volta che vai a farti le cure, è essenziale che ci sia la persona che già ti conosce? Come fanno a non pensare alla fatica di doversi rifare sempre daccapo? Perchè non bastano le cartelle cliniche a definire chi ha davanti”.
E quella battaglia l’hai fatta a viso aperto, sei stato tra i primi, forse il primo ad uscire sul giornale, a far crescere l’attenzione dell’opinione pubblica, a dare coraggio alle altre persone in cura oncologica.
Ed io sono felice di aver fatto con te quella battaglia.
Riposa in pace Enzo.
Un abbraccio ad Ilaria ed Erika. Un grande abbraccio”.