Badia Tedalda, ossa misteriose in una grotta. Santucci: “Non è verosimile che siano di Guerrina Piscaglia”

La scoperta risale alla fine di maggio. Due ragazzi stavano visitando la caverna nella riserva naturale dell’Alpe della Luna, un sito famoso per ospitare una particolare specie di anfibio. Proprio dentro la cavità un osso rosso – il colore dipenderebbe da infiltrazioni di ferro – incastonato nella parete rocciosa ha attirato l’attenzione degli escursionisti, che hanno realizzato un video del ritrovamento e l’hanno pubblicato sui social. Le immagini si sono diffuse rapidamente, arrivando anche sotto gli occhi dei carabinieri di Badia Tedalda. Da qui la decisione di chiudere la grotta da lunedì 8 giugno e richiedere l’intervento del RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Roma. All’esame degli specialisti due femori, parti di bacino e altri frammenti di scheletro.
Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che quei resti possano appartenere a Guerrina Piscaglia, la casalinga di 55 anni di cui si sono perse le tracce dal 1 maggio 2014. L’inchiesta collegata alla sua sparizione ha portato alla condanna definitiva a 25 anni di carcere del viceparroco di Ca’ Raffaello, padre Gratien Alabi, con l’accusa di aver ucciso la donna e averne nascosto il corpo, che fino ad oggi non è stato mai ritrovato.
Un’ipotesi che Alberto Santucci, primo cittadino di Badia Tedalda, non considera verosimile: le ossa sarebbero molto più antiche rispetto al periodo della scomparsa della donna. La posizione dei resti, incastrati dentro la parete rocciosa, giocherebbe a favore della teoria che siano appartenuti a una persona morta molto tempo fa.