Arezzo calcio: nella latitanza degli aretini, La Cava a pieni voti. Chi arriva va giudicato in base ai fatti
In attesa che maturino gli eventi e che alle chiacchiere segua l’ufficialità, non mi posso esimere da considerazioni amare sull’ambiente cittadino, un ambiente che è riuscito a far perdere ogni entusiasmo ad un uomo che era arrivato caricato a molla dalla desiderata esperienza al timone di una società di calcio. Alla consueta latitanza degli imprenditori locali, si è aggiunta una sommatoria di ingiustificati veleni, di spifferi quasi quotidiani, di giudizi gratuiti su una gestione che fino all’emergenza covid era stata assolutamente impeccabile. La società era puntuale non solo nel pagamento degli emolumenti ai dipendenti, ma anche nel rispettare le scadenze fiscali, i fornitori e così via. I risultati sportivi di questi due anni sono stati eccellenti. Vale ricordare, perché la memoria a volte si accorcia stranamente, che con la gestione del romano di Perugia, abbiamo ottenuto una salvezza strepitosa, una semifinale play-off persa male e quest’anno avevamo una squadra che è stata fermata sul più bello e che senza la terribile epidemia avrebbe potuto dire la sua fino alla fine. La serie C costa. Costa tanto. E’ ormai dato riconosciuto ovunque che per fare un campionato da primi 10 posti sia necessario un investimento di 3,4 milioni di euro l’anno. Con questi numeri i bilanci diventano “importanti” per forza, l’importante è saperli gestire e fino a prova contraria Giorgio La Cava ed i suoi collaboratori sono riusciti a farlo. Francamente dispiace perdere una figura che poteva costituire un punto di riferimento importante per il futuro del calcio amaranto e ancora di più dispiace e, ripeto, amareggia, pensare che la decisione sia anche il frutto di attacchi diretti ed indiretti portati non nell’interesse superiore della società e della squadra (cosa che si potrebbe comprendere, non è certo obbligatorio vederla tutti allo stesso modo), ma solo per interessi personali, strapuntini di mezzo potere, antipatie non risolte ma mai palesate ed usate solo per alimentare il “venticello”. Seguiremo l’evolversi della situazione con il consueto ed unico principio ispiratore che è quello del bene dell’Arezzo calcio. Sui fatti e sui risultati si giudicano le gestioni. Se, come pare, quella di Giorgio La Cava è giunta alla fine, potrà andarsene a pieni voti. Chi prenderà il suo posto, verrà da qui valutato alla stessa maniera, senza preconcetti e sulla base dei fatti e dei risultati.