L’orto naturale di Arezzo: musica e meditazione per un’esperienza biologica innovativa

applicando antiche conoscenze agricole unite alla filosofia e la meditazione Sahaja Yoga.
Nello studio del team internazionale del Research Institute of Organic Agriculture (FiBL) in Svizzera emerge l’analisi che la conversione globale all’agricoltura biologica permetterebbe di fornire un’adeguata disponibilità alimentare a 9 miliardi di persone entro il 2050, in previsione di un aumento stimato del 50% della produzione agricola. Secondo i dati riportati dall’Agenzia francese per lo sviluppo e la promozione dell’agricoltura biologica, il mercato bio mondiale registra una crescita rapida e diffusa, dall’inizio del 2019 ben 93 paesi si sono dotati di una regolamentazione per il settore. I motivi principali dell’acquisto di prodotti biologici secondo il report sono: i problemi di salute, la protezione dell’ambiente, la sicurezza alimentare e la qualità. In Italia lo spazio dedicato al settore nella grande distribuzione è in crescita, da circa dieci anni, come anche la vendita online quadruplicata. L’Italia è considerata in testa ai principali paesi dove vengono esportati prodotti biologici, a livello mondiale, e frutta, legumi e vini sono quelli maggiormente richiesti. Nel 2018 ben l’88% della produzione di vini bio è stata oggetto di esportazione, Francia e Germania sono le principali destinazioni dei prodotti nostrani. Il Belpaese vanta di un altro primato, quello di essere il principale produttore di agrumi biologici nel mondo, oltre che di vini, e per rispondere alle domande di mercato, l’Italia, la Francia e la Spagna punteranno molto sulla conversione biologica dei vigneti entro il 2023.
Numeri significativi che rendono l’idea di un mondo in espansione, laddove nelle piccole realtà si trovano degli esempi di eccellenza e particolarità, come è il caso ad Arezzo dei fratelli Faffini che ci hanno raccontato la loro esperienza:
Fabrizio: “Circa tra anni fa abbiamo deciso di creare una piccola azienda agricola con metodi di coltivazione non invasivi e più naturali possibile, e volevamo raggiungere questo obbiettivo in modo veloce ma soprattutto sicuro. All’inizio abbiamo utilizzato concime animale, preso da un maneggio situato nelle vicinanze, per arricchire e nutrire il terreno. Successivamente abbiamo cominciato a seminare e a piantare osservando le fasi lunari che, come tutti i nostri nonni ben sapevano, influenzano la crescita e il raccolto delle piante. La regola assoluta è di non utilizzare nessun tipo di prodotto chimico, che sia concime o diserbo, contro le malattie delle piante o le infestazioni di insetti nocivi. Decidiamo di intervenire a mano e quando non è possibile risolvere il problema preferiamo estirpare la coltura piuttosto che forzarne la crescita e il recupero della coltivazione in modo non spontaneo. Quello che ci differenzia nel modo di coltivare è l’applicazione di conoscenze della filosofia e meditazione Sahaja Yoga, una tecnica che consiste nell’arricchimento energetico dell’elemento acqua attraverso le vibrazioni. In aggiunta a questo, sempre dall’esperienza quasi trentennale con Sahaja Yoga, applichiamo alle colture la musicoterapia attraverso la diffusione di musica classica occidentale e indiana. Questo tipo di musica emana onde sonore che hanno vibrazioni fresche, cioè hanno un notevole coefficiente energetico tale da avere un effetto positivo su qualsiasi essere vivente, riuscendo così ad avere un aumento delle produzioni ma soprattutto piante più sane, forti e resistenti, senza usare prodotti nocivi per la salute. Non solo, la musica ha un effetto positivo anche su di noi che lavoriamo nell’orto”.
Giuliano: “Ho iniziato questa attività per necessità ma devo dire che dopo pochi mesi mi sono appassionato a questo lavoro che mi permette di stare tutto il giorno fuori, all’aperto, e a contatto con la terra. Ho dedicato tutto me stesso a questo progetto con l’obbiettivo di riscoprire i sapori autentici di una volta e di tornare a mangiare in modo sano e naturale. È importante coltivare in modo biologico, rispettare i ritmi naturali della terra. In autunno coltiviamo cavolo, cavolo nero, rape, bietola, insalata, finocchi, porri, zucca, cipolle e patate. In primavera fave, insalata, fragole, ciliegie, cipollotti. In estate zucchine, insalata, radicchio, melanzane, peperoni, bietola, fagiolini, cetrioli, patate, cipolle, fiori di zucca, fragole e pomodori”.
Fabrizio: “Fin da bambini avevamo uno spiccato interesse per la natura e gli elementi, in particolare per la Madre Terra e tutti gli animali che ci vivono. Ricordo che ingaggiavamo vere battaglie per mantenere pulito un corso d’acqua che avevamo davanti casa, era talmente pulito che ci vivevano i granchi, e non potevamo permettere che venisse rovinato dall’inquinamento e, molto spesso, dalla ‘maleducazione ambientale’ della gente”.