Padova cala la manita, umiliazione Arezzo: tanto lavoro per Camplone

Incertezze su incertezze, errori su errori, inadeguatezze su inadeguatezze; e davanti una squadra avversaria che non ha mollato fino ad un quarto d’ora dalla fine, che non ha avuto pietà dell’Armata Brancaleone che si affannava dietro alle accelerazioni dei bianco scudati, che annaspava ad ogni cross che tagliava l’area, che non riusciva a infilare due passaggi di fila.
Lo stesso Camplone che aveva iniziato urlando e strigliando i suoi ad un certo punto si è arreso ed è restato a guardare corrucciato le involuzioni degli amaranto in mezzo al campo. Le sostituzioni nella ripresa le ha fatte, come giusto a quel punto, per provare e vedere i subentrati, per dare un po’ di minuti a Cerci ma senza alcuna possibilità di incidere su una partita che certamente era difficile ma che sicuramente nemmeno lui si aspettava con uno svolgimento così deprimente.
Inutile ripetere adesso la lista della spesa degli errori fatti, ormai li sappiamo a memoria. Idem per il nome dei responsabili (e non si pensi di addebitare tutto al solo Potenza). Adesso occorre porre rimedio. Va fatto alla svelta e va fatto per bene. Molto proverà a mettercelo Camplone che è tecnico navigato, ma proprio in quanto serio professionista del settore non è il Mago Zurlì e, se può insegnare ordine e posizioni, non può certo trasformare il carbone in oro. Servono giocatori pronti da schierare, perché la difesa così com’è rischia contro chiunque, perché il centrocampo così com’è non è in grado né di fare filtro né di fare proposizione.
Sento ancora parlare di Heurtaux, svincolato di buon passato ma fermo da mesi. Che ce ne facciamo? Lo prendiamo perché è stato compagno di Cerci in Turchia e a Salerno (otto partite in due anni)? Uno come lui lo potrai utilizzare se va bene tra un mese e, con tutto il rispetto, tra un mese di questo passo siamo già con un piede nella fossa. Ieri sera a vedere Carlino Pelagatti “centro panchina” è venuta la nostalgia… Ecco, e se cercassimo di riportarlo a casa? Nel Padova di quest’anno è abbastanza chiuso, confermargli un contratto importante pare adesso non sia più un problema anche da queste parti. Dunque magari ci si potrebbe parlare, sentire se vuol valutare una rescissione (lui e il club) e tornare ad indossare la maglia che ama. Lui sarebbe pronto da subito… Epperò ci vorrebbe qualcuno che lo fa questo lavoro e nell’Arezzo attuale manca il ds dopo che per una settimana si è dato per certo l’arrivo di una figura che poi non aveva il patentino per esecitare… È un ruolo che in un momento come questo diventa fondamentale, a patto che conosca la categoria, conosca il mercato ed abbia la giusta rete di relazioni che gli consenta di non andare incontro ad altri errori come quelli fin qui commessi.
Intanto non mi rassicura per niente il fatto che la proprietà abbia allargato il parco dei club sotto controllo con l’acquisto dell’Olympia Agnonese (in provincia di Isernia) in serie d. Anche qui Roberto Muzzi è responsabile dell’area tecnica come alla Lupa Frascati e all’Arezzo. Praticamente la nuova Trimurti… Sarà che comincio a diventare vecchio, sarà che sono legato ad un calcio che non c’è più, ma queste multiproprietà non mi sono mai piaciute né mai mi piaceranno, anche perché mi fanno immediatamente sospettare intenti diversi da quello solo sportivo e poi, dato il momento che stiamo vivendo, vorrei che il responsabile tecnico e quelli gestionali avessero la testa solo qua. Di distrazioni in un mese e mezzo ne abbiamo già collezionate abbastanza per l’intera stagione…