L’allarme da Montemignaio: “Così si muore”

“Gli addetti ai lavori, ma anche i privati che da sempre in montagna tagliano la legna per uso personale, con questa nuova normativa, saranno costretti ad inoltrare una domanda ulteriore oltre a quella ordinaria, alla Sovrintendenza che concederà l’autorizzazione tenendo conto del vincolo paesaggistico, con costi aggiuntivi elevati e improponibili – ha spiegato Pertichini – il danno che ne deriva non è solo per chi lavora direttamente la legna, ma per tutto l’indotto: come si può non capire che nei piccoli comuni montani, il taglio delle piante è un mestiere tramandato da generazione a generazione, custode del territorio stesso. Un bosco non tagliato e non curato inoltre è un danno diretto anche per il fondovalle, considerati i violenti eventi atmosferici degli ultimi anni, e non dimentichiamoci dei giovani che se volessero tornare in montagna per dedicarsi al bosco incontrerebbero oggi ancora più limitazioni. Il bosco deve essere curato come hanno sempre fatto i nostri nonni e i nostri babbi, perché un bosco tagliato e curato produce legna e frutti, castagne e funghi, che a loro volta regalano occasioni di lavoro e di sviluppo economico a tante famiglie”.

Pertichini ha poi rivolto un appello alla Regione affinchè tolga il vincolo dell’ulteriore richiesta di autorizzazione alla Sovrintendenza per il taglio della legna dei boschi:

“Come possiamo noi sindaci trattenere nei piccoli paesi le nuove generazioni se anziché garantire lavoro, lo limitiamo?”

ha concluso il sindaco di Montemignaio.

 

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