Morte all’archivio, è omicidio colposo plurimo. Gli avvisi di garanzia partiranno dopo gli accertamenti tecnici. Lunedì l’autopsia
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Il p.m. Laura Taddei è in cerca di risposte: alcune potrebbero arrivare dall’esame autoptico, che sarà effettuato lunedì 24 settembre, altre dalla consulenza tecnica da parte di esperti sul funzionamento dell’impianto anti incendio da cui è fuorisucito il gas argon risultata fatale per i due. Solo dopo partiranno gli avvisi di garanzia, a tutela degli indagati.
Quello che pare già appurato, in base alle testimonianze, è che l’impianto avrebbe già fatto registrare precedenti malfunzionamenti.
Altri elementi certi: Piero Bruni e Filippo Bagni sono stati traditi e uccisi da un gas, l’argon, che non ha effetti tossicologici per l’uomo: non dà effetti dannosi per la salute né se inalato né se a contatto con la pelle. Eppure Fabio Bagni, 55 anni, e Piero Bruni di 59, entrambi di Arezzo, entrambi sposati (il primo con una figlia, il secondo con due), sono stati uccisi proprio da questo gas, il cui unico rischio è che ad alte concentrazioni, bruciando ossigeno (il motivo per cui viene utilizzato negli impianti antincendio), provoca asfissia.
Ed è ciò che è successo ieri all’Archivio di Stato dove i due impiegati erano arrivati poco prima delle 8.00.
Che la causa fosse una fuga di gas è stato subito chiaro, ma i vigili del fuoco hanno impiegato un po’ di tempo a capire quale gas fosse e assicurarsi che non ci fosse rischio di esplosione.
Per questo hanno isolato la zona ed evacuato un paio di palazzi vicini.
Solo il 57enne, di Bucine (Arezzo), il collega che ha dato l’allarme, è stato trasportato all’ospedale San Donato per una leggera intossicazione ma soprattutto in stato di shock.
Due morti classificate subito come incidente sul lavoro e tale è, anche se la dinamica è un po’ diversa da quella dei tanti infortuni che continuano a causare vittime: dall’inizio dell’anno, solo in Toscana, sono state 39.
Le indagini non saranno facili e la procura, dov’è stato aperto un fascicolo per omicidio plurimo colposo (al momento senza indagati) dovrà anche capire perché i due uomini, che avevano fatto il corso sulla sicurezza, non abbiano dato subito l’allarme ai vigili del fuoco.