Alessia Uccellini, la lady chef finalista del premio Italia a Tavola
Ambasciatrice vera della città, alla quale è legatissima, Alessia ha anche ottenuto una serie di prestigiosi riconoscimenti grazie alla cura che mette in ogni piatto, esaltando in pieno la tradizione gastronomica locale.
Come nasce la tua passione per la cucina?
“Sono nata nel ristorante di famiglia che era ed è anche la nostra casa. Cresciuta da mamma, nonna e zie fra mattarelli, spianatoie, padelle, braci e girarrosti. Ma la passione per la cucina è maturata tardi…quando da sola all’università mi sono resa conto di avere grande nostalgia di quel mondo magico di pentoloni e sapienza antica. Non avevo mai cucinato nel ristorante perché c’era chi lo faceva e io aiutavo mio padre in sala, credo anche che mia madre tentasse di tenermi lontana dal sacrificio e dalla fatica che il lavoro nel ristorante richiede. Ho cominciato cucinando per me ed è stato come se lo avessi sempre fatto, come se lo avessi imparato per osmosi, vedendo ripetere quei gesti milioni di volte. Così nei fine settimana tornavo a casa per aiutare nel lavoro al ristorante e per guadagnarmi gli studi universitari. Oltre alla sala, in orari improbabili imparai i segreti dei dolci di famiglia serviti al carrello, da lì poi codificai tutte le ricette tramandate per saper fare senza quantità e mai scritte prima se non in appunti per occasioni speciali e in modifiche a lapis nell’Artusi, la bibbia della bisnonna Rosa. Il resto è avvenuto tutto per necessità”.
Raccontami in breve la tua esperienza come insegnante di cucina rinascimentale negli USA
“Collaboro ormai da 15 anni con la Purdue University di Fort Wayne Indiana. Solitamente gli studenti vengono da me in maggio e io vado da loro in novembre e facciamo sia cucina italiana che antica, teorica e pratica. La mia passione per la cucina del Rinascimento è nata assieme al Convivio Rinascimentale di Sansepolcro, evento propiziatorio al palio della balestra”.
Dall’antipasto al dessert, quattro piatti da gustare al tuo ristorante?
“Prosciutto, raviggiolo e ciaccia fritta, Bringoli al ragù bianco, Coniglio con le mele e sformato di verdure, Lattaiolo”.
Come ti definiresti?
“Ti do tre diverse definizioni che per differenti aspetti calzano a pennello. il professore Piero Ricci mi chiamava ‘architetto del gusto’.. per Sveva Sagramola sono ‘mamma chef’…ma quella che porto nel cuore e quella della maestra Rosita, che mi aiutò a preparare la maturità scientifica ‘donna dal multiforme ingegno'”.
Uno slogan per farti votare a ‘Il Personaggio dell’anno – Italia a Tavola’?
“Userò lo slogan coniato dal mio nonno Beniamino negli anni ’50 ‘Vota Alessia del Fiorentino, buon pasto, buon sonno, buon vino'”.