Nasce il coordinamento “Arezzo non ha bisogno di fondazioni”

AREZZO – Una rete per contrastare la nascita di nuove fondazioni. “Arezzo non ha bisogno di fondazioni” è il nome di un coordinamento di nuova costituzione che ha trovato la partecipazione di associazioni di promozione sociale e di volontariato, comitati, sindacati, partiti politici e membri del consiglio comunale, che sono accomunati dalla volontà di impedire l’esternalizzazione delle funzioni di competenza diretta dell’amministrazione. Il movimento trova le proprie motivazioni nell’intenzione di opporsi alle due nuove fondazioni annunciate per i servizi sociali e per i servizi educativi che trasferirebbero la gestione, le risorse e le professionalità di ambiti strategici delle politiche comunali ad enti privati.

Le prime realtà ad aver aderito ad “Arezzo non ha bisogno di fondazioni” sono state Acli, Arci, Avad, Affidar, Circolo Eureko, Circolo Baobab, Associazione Donne Insieme, Comitato Uda – Unione Donne per Arezzo, Uil, Cgil, Cgil Scuola e Pubblico Impiego, Partito Democratico, associazione Arezzo 2020, gruppi consiliari di Partito Democratico e Arezzo 2020, Conferenza Donne Democratiche provinciale, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, +Europa e Psi, ma l’intenzione è di estendere ulteriormente questa rete. Le realtà del coordinamento condividono il netto rifiuto alle due nuove fondazioni dal momento che, oltre ad essere un progetto che scaricherebbe il Comune di ulteriori responsabilità politiche e gestionali che gli sono affidate dalle norme di settore, nascerebbero in assenza di un confronto con la popolazione aretina e con i soggetti che, in forme e modi diversi, rappresentano il vasto e variegato mondo della solidarietà sociale e dell’attività sociale, assistenziale ed educativa.

Il movimento creato da “Arezzo non ha bisogno di fondazioni”, inoltre, si impegnerà nell’esaminare e valutare le carenze accumulate negli ultimi anni nei settori dell’educazione e del sociale, partendo dai bisogni della collettività aretina, dallo studio delle dinamiche sociali e dalla raccolta di testimonianze e documentazioni. Successivamente, l’impegno del coordinamento sarà orientato a dimostrare quali azioni concertate, programmate e progettate, tra pubblico e privato sociale, occorrono per sostenere gli aretini, per superare la grave contingenza e per aprire il futuro. «Questi non sono tempi in cui il Comune può alleggerirsi – spiegano le realtà coinvolte nel coordinamento, – e liberarsi delle proprie responsabilità e competenze, allontanando l’utenza, frazionando i bisogni sociali e disperdendo nei rivoli di due nuovi enti privati il proprio patrimonio e le risorse pubbliche destinate a servizi essenziali con la conseguenza di complicarne la gestione. La crescita delle povertà e delle incertezze, al contrario, richiede azioni per sostenere i singoli e le famiglie, i bambini, i giovani e gli anziani, le persone fragili, i soggetti che il disagio economico rende ogni giorno più svantaggiati e discriminati: è il tempo per nuovi contenuti, non per creare nuovi contenitori».

Articoli correlati