Arezzo rosicchia punti alle concorrenti, ma ora il calendario s’impenna

Alla fine della partita il rammarico maggiore ce l’hanno proprio i ragazzi di Catalano per quelle due occasionissime capitate quasi al tramonto del match e non capitalizzate per dabbenaggine e sfortuna (il palo). Meglio così dunque, perché una sconfitta sarebbe stata dolorosissima per il morale e per la classifica ed invece, con un bottino di sette punti in tre gare, la battaglia resta aperta. Certamente non ci possiamo nascondere dietro un dito e non possiamo dire di avere visto mai, né contro la Fermana, né a Fano né ieri, una squadra capace di fare gioco e costruire manovre razionali ed apprezzabili. E’ cambiato l’atteggiamento (si combatte di più) e l’assetto difensivo si è stabilizzato intorno a Cherubin e Sbraga che giganteggiano sui cross e nei corpo a corpo salvo sbandare se presi in velocità (ma le avversarie alle quali dobbiamo guardare noi non sono fulmini di guerra); non è cambiata l’incapacità di proporre una trama di gioco, il ritardo cronico sulle seconde palle, un’abulìa offensiva che discende direttamente dalla composizione del reparto che uno stoccatore non ce l’ha mai avuto e non ce l’ha. Se poi accade, come ha fatto ieri l’Imolese, che un avversario sta in pianta stabile tra i piedi di Di Paolantonio limitandone l’azione, anche la luce che a tratti ha dimostrato di saper accendere il centromediano si spenge e si va avanti letteralmente a tentoni. Iniziative individuali, qualche abbozzo di scambio quasi sempre frustrato dall’imprecisione e poco altro. Perez viaggia in abbonamento con i fuorigioco e comunque non ha movimenti da ariete centrale, Piu (che forse in mezzo sarebbe più adatto) si danna l’anima ma concretizza poco, Iacoponi è bravo ma un po’ egoista (deve farsi, ha solo 18 anni, certe cose le capirà) e così il portiere avversario corre rischi che, se va bene, si contano sulle dita di una sola mano. Nell’insoddisfazione parziale per il risultato (ci s’era fatto la bocca, anche se non ricordo neanche più da quanto tempo l’Arezzo non vince tre partite di seguito) si è comunque rosicchiato un punto al Fano, uno alla Vis Pesaro e fatto pari e patta con Legnago e Imolese. Per ora, ha ragione Stellone, va bene così anche pensando da dove si arriva. Il calendario adesso si impenna, con due trasferte complicate a Bolzano e Modena. In casa si torna dopo Pasqua, per aprire un altro trittico decisivo, ma l’ideale sarebbe raccogliere qualcosa anche dove non ci si immagina.

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