Scanzi, Dante e la Settimana Santa. Campagna vaccinale alla velocità di un bradipo col torcicollo
(…ma non si potrebbe parlare più italiano?) di genitori di categoria fragile. Ben presto questa polemica ha provocato reazioni in città con commenti del tipo: “cencio dice mal de straccio” “ma ‘un hanno altro da fare?” “accidenti al meglio!” “che pesantezza!” “Ma andate a lavorare!” “el vaccino ce vuole a starvi a ascoltare!” ecc. I temi della polemica erano legati alla virologia e ai virologi, ma sono riusciti invece a evocare urologi ed endocrinologi, visto che han fatto venire il latte ai coglioni a parecchi. In effetti Scanzi e la Boschi potrebbero cogliere l’occasione per riappacificarsi e appoggiarsi l’un l’altra, così si reggerebbero a vicenda, visto che quando fanno queste polemiche ormai non li regge quasi nessuno.
Per il resto la campagna vaccinale ad Arezzo, in Italia e in Europa continua a viaggiare con la velocità di un bradipo con il torcicollo, il colpo della strega e la tallonite messi insieme. In Toscana poi con le vaccinazioni agli anziani siamo indietro come i baloci del cane, e molta confusione è stata fatta con le varie categorie di precedenza. Tra “fragili”e “super fragili”, sembra sia venuta fuori la categoria dei “supercalifragilistichespiralidosi”, visto che come Mary Poppins, a molti anziani o malati tocca quasi volare per avere il vaccino. Molte infatti le categorie che qui da noi son passate davanti agli anziani e a chi ne avrebbe bisogno tra i primi. Ormai ci mancano solo i barocciai, i gonfiatori e i piloti di mongolfiere, i palombari ciclisti, e i guardiabuca del gioco dei bollini. Dopo gli anziani e il personale sanitario, tra le prime categorie ad usufruire dei vaccini dovrebbero per logica essere i dipendenti dei supermercati o chi ha ripetuti contatti tutti i giorni con molte persone, invece nelle liste davanti ci sono, tra gli altri, i giudici che evidentemente son più veloci a fare i vaccini che i processi! Infine va ricordato che, il fatto che sui vaccini nessuno ci capisca più una sega, non dà precedenza ai falegnami. Adesso diventa importante anche sapere come ci si comporta dopo aver ricevuto il vaccino. Se siete in macchina alle rotonde, ad esempio, quelli che hanno ricevuto AstraZeneca avranno la precedenza su Moderna e Pfizer visto che la sospensione di AstraZeneca, più che preventiva è sembrata una presa in giro…e alle rotonde il giro va fatto come si deve.
Chi ha fatto il Pfizer, in caso di scarsità di posti a sedere, dovrà cedere il posto agli altri e stare in piedi, visto che la Pfizer è la stessa che produce anche il Viagra e quindi sono abituati a stare ritti… Chi farà il Moderna dovrà evitare la Fiera Antiquaria, sennò è un controsenso (oltre a pigliare una giubbata d’acqua). Chi farà il Johnson & Johnson avrà la fortuna di non lacrimare più come con gli Shampoo e non gli brucerà più il culo come col borotalco di quella marca. Per ultimo va ricordato che se avete preso un vaccino della lista “panchina” rischiate una crisi di rigetto solo se le panchine in questione sono quelle nuove davanti alla Stazione (la crisi di rigetto non è dovuta al vaccino, ma al fatto che quelle panchine fan proprio rigettare).
Celebrato anche ad Arezzo il “Dantedì“ con vari elogi e omaggi al sommo poeta Dante Alighieri. E pensare che proprio Dante a noi aretini non ci ha mai preso in piena simpatia financo a combatterci contro nella storica battaglia di Campaldino. Ma ultimissime ricerche storiche dimostrano che questo astio di Dante verso Arezzo era ben giustificato. Pare infatti che Beatrice se la intendesse con due aretini; uno del Bagnoro e uno della Pieve al Toppo. Lo dimostrerebbero i resti di alcuni vessilli e gualdrappe rinvenute in degli scavi a Campaldino, in cui i fieri ghibellini di parte aretina avevano scritto a Dante queste irriverenti frasi: “Dante, poeta senza alloro, hai i corni anche al Bagnoro!”; e anche: “Alighieri combatti qui al galoppo, ma Beatrice cavalca a Pieve al Toppo!”. Poi in un altro vessillo ghibellino appare la scritta “Te qui a Campaldino e a noi Beatrice ci fa…” e qui il vessillo è troppo consumato dai secoli per poter leggere la fine della frase, ma non è chiaro nè per niente sicuro che la parola corrosa dal tempo fosse “un bambino”…. anzi.
Ma per altri studiosi invece, Dante aveva rispetto per Arezzo. E allora noi ce lo vogliamo immaginare, come nella Divina Commedia sorvolare su Arezzo con il C-drone che lo accompagna al posto di Virgilio, e magari cercando il Sindaco Ghinelli. All’inferno non lo troverebbe, perché con tutto quel fuoco, uno che ha beghe col gas non ci va di sicuro; non lo troverebbe neanche in purgatorio, anzi di solito è Ghinelli che ha dato purghe… anche ai suoi alleati; e non lo troverebbe neanche in Paradiso, visto che è proprio il Sindaco che ha sempre detto che non ha Santi in paradiso! Se non lo trova forse è perché sarà tornato in America… e ai tempi di Dante non era neanche stata scoperta! Una cosa è certa: il predecessore di Ghinelli amava leggere Dante; ma se il Sommo Poeta lo sentisse, farebbe come l’omino delle 50 lire che si gnudò e si prese a martellate nei coglioni! Se Dante è giustamente famoso nel mondo per i suoi versi, noi aretini coi versi ci abbiamo a che fare fin da quando siamo neonati: infatti, da bambini, ci fanno i versi sia per farci ridere che per farci mangiare. Ma poi anche da adulti siamo sempre a citare versi: se uno non sa fare le cose, non ha il verso; se uno ci fa arrabbiare ha preso il verso di buscarne; se una situazione precipita è perché ha preso un verso balordo; se piove vuol dire che il tempo non è al verso; se la macchina sta per rompersi comincia a fare versi strani; se uno ci bercia gli si dice “oh che son versi da farsi?”; se uno corre parecchio non c’è verso di stargli dietro ecc. Insomma, a Arezzo siamo tutti sommi poeti, non c’è verso che tenga!
Siamo nella Settimana Santa e la Curia ha giustamente comunicato le varie restrizioni di sicurezza per i vari Riti Religiosi. Nella Domenica delle Palme è vietato fare assembramenti al momento del ritiro dei ramoscelli di ulivo. Per chi disobbedisce, i ramoscelli non benedetti verranno usati come vinco o ruschia da dare nelle mani. Al Giovedì Santo, ovviamente e purtroppo non si potrà fare il Sacro gesto della lavanda dei piedi. Non ci sono invece divieti per lavarsi i piedi a casa, anche perché se aspettate il prossimo Giovedì Santo non basterebbero nè il bruschino e nè il sasso dell’Arno per le croste. Al Venerdì Santo non ci saranno le tradizionali rievocazioni della Via Crucis all’aperto, quindi inventate altre scuse per andare a fare un giro a San Zeno. Tutte queste misure anti contagio servono per ricordarci del ceppo… anche se siamo a Pasqua!
E per finire l’oroscopo:
anche le stelle, più volte citate da Dante omaggiano il Sommo Poeta con l’oroscopo in terzina dantesca:
“Ancor quanto sarà dura,
questa lunga pandemia;
ma una cosa è assai sicura,
prima o poi curata sia;
gialli, rossi o arancioni
non si può più andare via;
gran rotture di coglioni,
poi sta storia pei vaccini,
se a trovalli un siete boni,
aevi a spender più quattrini!”