Operazione Keu: prime verifiche sui pozzi privati nelle aree potenzialmente inquinate. Anche a Bucine

A Levane, nel territorio del comune di Bucine, per gli inquirenti l’impresa Lerose in “16.308 metri quadrati avrebbe depositato 9.337 tonnellate di rifiuti di cui 2930 pericolosi“.  È in fase di avvio la campagna di controllo delle acque dei pozzi privati collocati in prossimità delle aree interessate dal potenziale inquinamento dovuto all’utilizzo dei materiali contenenti il cosiddetto KEU:

  • terreno della società agricola ‘I Lecci’, Peccioli;
  • terreno della ditta ‘Cantieri S.r.l.’, Crespina Lorenzana;
  • terreno gestito dalla ditta ‘Ecogest S.r.l.’, Massarosa;
  • area di cantiere ‘ex Vacis-Galazzo’, Pisa;
  • area di cantiere di manutenzione straordinaria SP 26 Delle Colline-Castelfalfi, Montaione;
  • area agricola adiacente all’impianto Lerose di Bucine;
  • area denominata ‘Green Park’, Pontedera;
  • area interna all’aeroporto militare di Pisa;
  • aree occupate dagli stabilimenti Lerose di Bucine e Pontedera.

ARPAT già da alcuni giorni sta raccogliendo le richieste provenienti dai cittadini attraverso il numero verde 800 800 400, attivo tutte le mattine dal lunedì al venerdì con orario 9,00 – 13,00 e il pomeriggio, dal lunedì al giovedì, con orario 14,00 – 18,00.

“Al momento – fanno sapere da Arpat – abbiamo ricevuto circa 50 domande di analisi e, già nel pomeriggio di giovedì 22 aprile, sono iniziati i primi campionamenti di pozzi situati nelle vicinanze della Strada Regionale 429 Lotto V. I pozzi campionati finora sono 14 e le analisi, eseguite presso i laboratori dell’Agenzia, sono finalizzate alla ricerca di metalli e cromo esavalente. Questo monitoraggio si è reso necessario a seguito di quanto emerso dall’ “operazione KEU”, oggetto, in questi giorni, di attenzione dei media. Tutta l’operazione ha avuto origine, nel 2017, anche grazie ad un’indagine di ARPAT, Dipartimento di Pisa. Il KEU è un materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore Aquarno, nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano qualificate come sottoprodotto e commercializzate dall’impresa di Lerose, come materiale per vari impieghi; a seguito di alcune indagini tecnico-analitiche, tuttavia, il materiale è risultato non possedere le caratteristiche necessarie per essere considerato un sottoprodotto, bensì un rifiuto speciale. Questo materiale è stato utilizzato in diversi cantieri presenti sul territorio toscano, a partire dall’area di urbanizzazione, denominata “Green Park”, nel comune di Pontedera. Proprio dalle indagini presso questo sito, ARPAT ha potuto verificare la vera natura del materiale utilizzato come sottofondo per la realizzazione di infrastrutture viarie; da qui ha esteso la propria attività ispettiva che ha interessato altri siti fino alle indagini specifiche presso l’impianto di produzione della ditta Lerose. Le attività dell’Agenzia a supporto della Regione e dell’Autorità giudiziaria, a questo punto, sono orientate a valutare quali effetti sulle matrici ambientali possa avere comportato l’utilizzo di questi materiali: si tratta di indagini complesse, da effettuare con particolare attenzione ai singoli siti e alla situazione idrogeologica degli stessi (permeabilità dei terreni, presenza di falde idriche, etc.), aspetto sicuramente rilevante dal punto di vista della diffusione o del confinamento delle sostanze inquinanti che possono essere rilasciate dai materiali utilizzati”.

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