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domenica | 22-12-2024

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Atam, approvato il piano economico-finanziario. Investimenti su parcheggi e bike sharing

“Sull’esercizio 2020 ha inevitabilmente inciso il contesto emergenziale ma il risultato finale trova compensazione nelle riserve societarie. Atam, dunque, vive una situazione di sostanziale solidità. Per il triennio in questione, è previsto un ritorno alle precedenti condizioni economico-finanziarie con valori attesi in crescita per quanto concerne l’indice di redditività”.

Il presidente di Atam Bernardo Mennini ha ricordato gli investimenti comunque fatti al parcheggio Eden e l’intenzione di rafforzare il bike sharing, il parcheggio Baldaccio, per consentire facilità di accesso all’utenza in vista della prossima casa della salute, il parcheggio camper, la app per il pagamento della sosta, i parcheggi in struttura.

Marco Donati ha rilevato come una politica di mobilità sostenibile “necessiti uno scatto di qualità nel bike sharing e su altri aspetti che avranno impatti nella gestione di questa azienda. Arezzo ha un alto tasso di motorizzazione, un numero di auto datate e dunque a propensione inquinante e questo incide sulla qualità dell’aria”.

Valentina Vaccari ha chiesto se Atam “abbia una strategia sulla biodiversità, aspetto che la crisi climatica ha messo in evidenza. È prevista la partecipazione a bandi per implementare la mobilità sostenibile o la creazione di percorsi che compongano una rete ecologica? Sono previste campagne informative sulla mobilità elettrica? Non registriamo a oggi un successo del car sharing”.

Roberto Bardelli: “il recupero del parcheggio Baldaccio è un fiore all’occhiello di questi anni. Dobbiamo solo fare i complimenti alla gestione attuale di Atam, senza voli pindarici e proiettata al futuro”. Analoghe considerazioni positive anche da Simon Pietro Palazzo.

Michele Menchetti: “se vogliamo stare sulla pratica, non possiamo tacere sui 300.000 euro conferiti dal Comune di Arezzo ad Atam, a seguito della gratuità dei parcheggi coperti durante alcuni mesi del 2020, senza i quali il bilancio dell’azienda sarebbe stato in forte perdita”.

“Di fatto – ha rilevato Roberto Cucciniello – la gratuità è stata concessa per motivi precisi, per agevolare i cittadini durante la pandemia. A livello di bilancio consolidato, se i 300.000 euro non fossero stati conferiti ad Atam sarebbero rimasti nella disponibilità del Comune”.

Per quanto riguarda il rendiconto della biblioteca, l’assessore Simone Chierici ha ricordato come il Covid abbia impattato su molte voci ma il bilancio resti comunque sano. Per quanto riguarda le maggiori entrate, queste provengono dai contributi degli enti pubblici, in primis il Comune di Arezzo, segue la Regione e in minor misura il Mibac. Le voci di uscita maggiori dell’istituzione riguardano i costi per il personale, le attività culturali e le utenze”.

Atto finale per l’Istituzione Giostra del Saracino con il bilancio di liquidazione. Dopo lo scioglimento avvenuto nel 2019, l’istituzione ha assolto ai propri debiti e riscosso ogni credito residuo. A seguito del bilancio di liquidazione, risulta un fondo pari a 20.000 euro. Quest’ultimo e il patrimonio netto, costituito dai beni acquisiti nel corso degli anni del valore di 618.000 euro, confluiranno rispettivamente nel fondo cassa e nei relativi inventari del Comune di Arezzo.

Il Consiglio Comunale su proposta dell’assessore Monica Manneschi ha deliberato, in adeguamento alla legge regionale, la percentuale massima del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica come quota da concedere annualmente all’utilizzo provvisorio a favore di nuclei familiari che devono risolvere in via emergenziale il proprio disagio abitativo derivante da specifiche fattispecie previste dalla legge regionale stessa.

Valentina Sileno ha presentato un emendamento per innalzare tale percentuale al 20%, “visto che il 15% equivale a 40 alloggi fra quelli disponibili. D’altronde il tetto massimo previsto dalla Regione è il 40%. Tale richiesta è avanzata anche in vista dello stop al divieto di licenziamento che avrà certamente delle ricadute”.

“In realtà – ha sottolineato Roberto Cucciniello – la percentuale del 40% è quella massima e non c’è obbligo per i Comuni di adeguarsi a tale soglia. Chiedo se il 15% sia sufficiente per rispondere alle eventuali situazioni di criticità. Vorremmo evitare che si vada a diminuire la quota di alloggi assegnabili tramite i bandi ordinari”.

Anche Roberto Bardelli ha rilevato come il rischio sia di mettere in crisi tutto il sistema, considerato il numero attuale delle abitazioni disponibili.

Michele Menchetti: “quanti casi e situazioni descritte come di fragilità dalla legge regionale vengono statisticamente riscontrate ad Arezzo? Anche per me occorrerebbe una percentuale più alta”.

Donella Mattesini: “il Comune in questo momento non ha messo al centro della sua attenzione il tema dell’abitare. Il 15% è basso, tanto più che l’ipotesi di Sileno dovrebbe essere accompagnata da altre politiche attive in questa direzione che a oggi mancano. Possiamo fare esempi di sostegno importanti varati dalla Regione. Inoltre nel Comune di Arezzo c’è un patrimonio immobiliare invenduto molto consistente: perché il Comune non ha pensato di fare un monitoraggio attento di questo fenomeno? Proprio per fare fronte alle emergenze che si manifesteranno”.

Marco Donati ha rilevato che “molte delibere vengono presentate come ‘tecniche’, di adeguamento normativo a leggi emanate da enti di livello superiore quando in realtà sono scelte politiche. Vista l’assenza in commissione dell’assessore quando ci è stata presentata la pratica, ne abbiamo chiesto il rinvio. Nel merito, va detto che per rispondere ai bisogni delle persone ci sono nuovi modelli e per disegnarli necessita proprio una visione politica. Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale valutazioni puntuali sul Pinqua, il bando sulla qualità dell’abitare, abbiamo sollecitato il Comune a progettare, coinvolgendo gli ordini professionali, invece abbiamo un bando che mette insieme Tortaia e un parcheggio in centro, tanto che se arriveranno i finanziamenti ci sarà solo da ringraziare il ministero”.

Francesco Romizi ha chiesto chiarimenti sulla documentazione che andrebbe richiesta agli stranieri.

Egiziano Andreani: “questa amministrazione è attenta ai problemi sociali e dà risposte. Abbiamo approvato il rendiconto dove si può leggere che il sociale ha beneficiato di oltre un milione di euro in più rispetto al 2019. La pandemia è stata affrontata anche con risorse utili a fronteggiare la cosiddetta morosità incolpevole e per il pagamento degli affitti. Va ricordato inoltre che le richieste di utilizzo provvisorio di questi alloggi Erp non sono di numero elevato e hanno un trend decrescente nell’ultimo triennio. Per cui se li aumentiamo di numero, riduciamo gli alloggi per chi ha problemi di lungo periodo e ha requisiti per partecipare ai bandi ordinari. Il Covid produce certamente problemi sociali ma questi devono essere affrontati in maniera rapida e per il tempo necessario a risolverli”.

Anche per Alessandro Calussi l’emendamento Sileno “è apprezzabile ma intaccherebbe una lista ordinaria che comprende persone con problemi analoghi e rilevanti”.

L’assessore Monica Manneschi: “è vero che la legge regionale ci autorizza a prevedere una soglia fino al 40% ma devo dare alcuni dati. Sono 1.209 gli appartamenti Erp disponibili, per questi abbiamo un bando ordinario con 424 richieste per nuove assegnazioni. Per quanto riguarda le richieste pervenute per le assegnazioni provvisorie da utenti in ‘emergenza abitativa’ dal 2017 al 2020 ecco le cifre: rispettivamente 48, 40, 24, 15. Il 15% risulta congruo su queste basi oggettive, peraltro riprende una valutazione già fatta dal Consiglio Comunale nel 2017 dopo una puntuale analisi socio-economica. Dunque, preso atto del numero di alloggi Erp, se andiamo ad aumentare la soglia di quelli destinati all’emergenza abitativa diminuiremmo le disponibilità per chi per la prima volta ha fatto domanda. In ‘Arezzo non molla e riparte 2.0’ sono previste inoltre misure economiche per fronteggiare criticità derivanti da eventuali sfratti, per aiutare le persone e le famiglie in difficoltà, anche consentendo loro di restare nelle rispettive abitazioni. A oggi non c’è dunque necessità di arrivare al 20% proposto. Per gli stranieri, inoltre, occorre capire se la persona in questione ha una proprietà nel paese di origine, ma non ci sono particolari disparità rispetto ai connazionali. Nulla è intoccabile: nel momento in cui si dovessero paventare altre condizioni, se fra sei mesi ci dovessero essere nuove necessità, proporrò una variazione della percentuale del 15%”.

Prima del voto positivo sulla pratica, è stato respinto l’emendamento proposto da Valentina Sileno.

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