Arezzo in D, Stellone: “Cotti, chiedo scusa a società e tifosi”. Selvaggio: “Colpevoli ma restiamo”

Difficile commentare una gara del genere, siamo mancati in tutte le situazioni, siamo arrivati cotti mentalmente a questa partita, si è visto fin dai primi minuti“. Parla Roberto Stellone, il terzo allenatore chiamato in stagione dalla società amaranto a risollevare le sorti della squadra. “Loro giocavano e noi non riuscivamo a correre, la paura ha prevalso, non dovevamo avere paura, ci dovevamo provare, non ci siamo riusciti”, continua. Poi spiega come era stata preparata la gara decisiva: “Avevamo provato in settimana a fare una partita di attesa, perché sapevamo che loro giocano bene. Dovevamo far passare il tempo senza subire gol. Il gol loro ha abbassato ancora di più il morale e mentalmente siamo arrivati cotti”. Preme soprattutto altro a Stellone: “Sono qui per parlare poco di questa partita, per chiedere scusa alla società perché prendendomi hanno cercato di ottenere la salvezza direttamente o anche attraverso i play out. Chiedo scusa ai tifosi, anche ieri sono venuti in tanti a sostenerci, ad aiutarci. I motivi della retrocessione possono essere diversi, mi assumo le mie responsabilità di non essere riuscito a salvare l’Arezzo. Chiedo scusa ai tifosi, alla città. Mi spiace tanto“. La società si fa sentire con Sabatino Selvaggio, amministratore delegato dell’Arezzo: “La delusione è grande per quanto accaduto, è un fallimento sportivo e c’è l’ammissione di colpa di tutta la dirigenza, prendiamo atto degli errori commessi. Voglio però ribadire che come proprietà, indipendentemente dalla categoria, restiamo ad Arezzo. Siamo in serie D, dovremo ricostruire. Dispiace aver portato l’Arezzo in D dopo averlo salvato dal fallimento, è una macchia, una responsabilità da dividere tra chi dirige e chi va in campo. Mi scuso con la piazza, i tifosi, restiamo per mantenere le promesse fatte il primo giorno che siamo arrivati ad Arezzo“.

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