A passeggio con Libra Casentino book Festival, dove la letteratura incontra la natura

L’evento letterario diffuso spegne la sua terza candelina dal 12 al 14 ottobre e porta come sempre la firma della Cooperativa In Quiete, specializzata in ecoturismo in Casentino. Un presupposto che spiega il perché della natura itinerante dell’iniziativa, che quest’anno la farà spostare tra Chiusi della Verna, Corezzo e Molin di Bucchio. Oltre al trekking e agli incontri di letteratura di montagna, musica, pittura, fotografia e enogastronomia locale condiranno un festival confezionato su misura per il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

L’amicizia che lo lega agli organizzatori ha spinto lo scrittore Michele Marziani ad accettarne la direzione artistica. A lui qualche domanda di approfondimento sull’evento.

Bianca: A chi consiglierebbe di venire a conoscere Libra?

Michele Marziani: Sicuramente a chi ama leggere e camminare in montagna. Questo è il pubblico. Tanto più per le passeggiate insieme agli autori che, come negli anni passati, saranno un incontro diverso con i libri rispetto alla presentazione in libreria.

Bianca: Perché scommettere su località minori e isolate come sedi del festival?

Michele Marziani: Per la loro autenticità. Non vogliamo creare un megaevento in un posto che sia in grado di contenerlo, ma cercare di dare valore a una serie di luoghi. Per esempio, andremo a parlare di Resistenza e di come la storia diventa oggetto di narrazione a Molin di Bucchio perché tutta una serie di fatti storici hanno coinvolto il mulino e la popolazione che abitava in quelle zone durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci è piaciuto questo collegamento. E poi selezionare certe località serve per dare l’occasione di scoprirle in punta di piedi. Sono luoghi di una certa fragilità, però i loro spazi piccoli si difendono da soli, non è possibile invaderli.

Bianca: Come si fa a raccontare e far scoprire la natura senza ridurla a puro business?

Michele Marziani: A volte anche la montagna e la natura rischiano di diventare consumo. È un pericolo reale. Non corri questo rischio se l’intenzione che ti muove non è quella di proporre l’idea patinata. Ormai sono tre anni che ragioniamo sul rapporto tra camminare e scrivere e lo facciamo perché ci piace. Altrimenti, organizzeremmo un festival con nomi di grido che sappiamo che esistono e non sono difficili da portarci dentro. Tutto sommato in giro per il mondo c’è un “circo letterario”, che è giusto che esista, a cui potremmo attingere…A noi invece interessa l’idea della scrittura dentro la natura. L’unica garanzia che mi viene in mente contro il pericolo di strumentalizzare la natura è la genuinità dell’intenzione.

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