Vaccino Scanzi, la Procura: “Non ne aveva diritto, ma nessun reato”
Ma la vicenda diventò un caso nazionale, tale da muovere la Procura della Repubblica di Arezzo, che chiese alla Asl Toscana Sud Est i risultati di un’ispezione interna ordinata dal dg Antonio D’Urso. Ora l’archiviazione del pm Marco Dioni: “Scanzi non rientrava in alcuna categoria vaccinale di quel momento e dunque non aveva diritto ad anticipare la somministrazione”. Tuttavia, dal punto di vista giuridico legale, per la procura aretina non si configura alcun reato nella condotta del giornalista: in virtù della riforma del reato di abuso d’ufficio, ipotesi su cui lavorava la procura, tale fattispecie penale non si è configurata. Perché vi sia reato di abuso di ufficio nella condotta di Scanzi, occorre infatti che la violazione sia a una legge o ad un regolamento, cosa che per il pm Dioni non è accaduta in questa fattispecie. Dunque, sottolineano dalla procura, “anche se eticamente il gesto può da taluni essere considerato censurabile, dal punto di vista giuridico non è penalmente perseguibile”.