La costruzione di una squadra
Dalle parole ai fatti, si diceva una settimana fa. La società amaranto ha risposto con il tesseramento di diversi giocatori d’esperienza, alcuni già presenti al raduno sin dai primissimi giorni e sembra aver dato al neo allenatore Mariotti le carte giuste per allestire un gioco ed una squadra in grado di competere per la vittoria del campionato come nei voti, nelle premesse e nelle promesse di questi due mesi e rotti seguiti al naufragio della stagione 2020-2021. Il direttore De Vito ha pescato a piene mani in Sicilia, con ben 4 giocatori prelevati dallo stretto (tre dalla vincente ACR Messina ed uno dal FC Messina, damigella d’onore del girone isolano), giocatori reduci da un campionato importante e vincente come Aliperta, Lomasto e Foggia (bomber sempre in doppia cifra in quarta serie) o comunque di vertice come Marchetti. Niccolò Strambelli ce lo ricordiamo a farci dannare con la maglia del Lecco; uno come lui in serie D è sicuramente un valore aggiunto. In difesa Pinna, il reduce, e Biondi, il figliol prodigo (aretino tornato a casa) sono elementi abituati alla categoria superiore. A centrocampo Panatti è un cursore di qualità. Poi i ci sono gli under (4 obbligatori in campo, uno per ogni classe dal 2000 al 2003) ma oltre a qualche arrivo interessante c’è la riserva della Primavera 3, campione della categoria. E poi capitan Cutolo, uno che con la D non c’entra niente nemmeno alla sua età. Insomma, almeno sulla carta la rosa sembra promettere bene. Il tempo per forgiarla non mancherà, giacché il via al campionato sarà solo il 19 settembre e c’è quindi tempo e modo per mandare a memoria schemi e idee. Da capire semmai a cosa porterà l’ormai certa riforma dei campionati e quindi dove condurrebbe una eventuale (ed auspicata, per non dire indispensabile) vittoria del campionato. Le ultime che arrivano dagli uffici federali parlano di una Serie A a 20 squadre con sotto una B a 18 ed una C élite (o B2) anch’essa a 18. Scendendo di livello una C a due gironi di 18 squadre ciascuno che corrisponderebbe un po’ alla vecchia C2. Per l’attuazione dell’intero disegno si pensa ad un arco temporale di un paio di anni, ma per la C si potrebbero accorciare i tempi e creare fin dalla stagione 2022-2023 le due citate suddivisioni in C élite e C ordinaria, il che significherebbe (nell’ipotesi del successo in campionato che qui si assume come un dato di fatto) trovarsi nominalmente in un torneo di C che torna ad essere però la quarta serie del calcio italiano. Un danno collaterale della rovinosa annata, culminata con l’indegna prestazione di Cesena, un danno per rimediare il quale si rischia che occorra ben più di una stagione felice. Ogni cosa a suo tempo, comunque. Per adesso conforta vedere costruire una squadra con un po’ di logica e sapere che potenzialmente si potrà dire la nostra. Come sempre poi parlerà il campo, ma per questo occorrerà che il sole all’orizzonte cali molto prima di adesso.