L’estate di Gaia: verso i banchi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, quale esempio dagli adulti?
Mancano pochi giorni all’inizio della scuola e per me questo sarà l’ultimo anno di liceo, un anno sicuramente impegnativo, ma che spero mi porti tanti bei momenti e ricordi. In previsione della ripartenza, il 15 settembre, gli studenti italiani – ma anche i professori – hanno ancora molti dubbi e incertezze sul terzo anno scolastico alle prese col Covid: vaccini, tamponi, quarantene, green pass, distanziamento tra i banchi e la paura del ritorno in Dad sono all’ordine del giorno.
È ormai dal 7 giugno che la Regione Toscana ha dato il via alla vaccinazione per gli over 16, infatti, dopo gli anziani, per il Governo era fondamentale immunizzare i giovani in vista della ripresa delle lezioni. Dal 16 agosto, inoltre, in tutta Italia, i ragazzi tra i 12 e i 18 anni possono vaccinarsi senza bisogno di prenotazione.
Di fronte alle scene che si vedono nei telegiornali delle manifestazioni dei no-vax frequentate principalmente da adulti, credo sia importante parlare del pensiero dei giovani. Infatti, benché per questi la vaccinazione sia partita più tardi, c’è stata un’affluenza piuttosto alta. Certamente districarsi tra vacanze, prima e seconda dose, non è stato molto facile, ma nelle ultime settimane la maggior parte delle somministrazioni è andata agli under 30.
A livello nazionale, sembra quindi che i ragazzi stiano rispondendo molto bene alla campagna vaccinale.
E in provincia di Arezzo?
Come hanno vissuto i giovani aretini questi ultimi mesi tra vaccini e green pass? Per avere le risposte che cercavo, ho deciso di chiedere ai miei compagni di classe, 19 adolescenti delle zone di Castiglion Fiorentino, Cortona, Foiano della Chiana, Monte San Savino e Arezzo.
Nella mia classe siamo stati quasi tutti vaccinati e, chi non lo è ancora, lo sarà a breve. L’opinione generale sul vaccino anti-Covid, infatti, è molto positiva. Nonostante un po’ di timore iniziale, dovuto alle tante notizie che circolavano, infatti, abbiamo scelto di vaccinarci perché ci sembrava la cosa giusta da fare. Questi due anni di pandemia ci hanno rubato molti momenti di spensieratezza e alcune esperienze che non vedevamo l’ora di fare, come ad esempio gli scambi in Francia, Germania e Spagna. Molti di quei momenti non li potremo più condividere tutti insieme, ma crediamo che con questo vaccino si possa piano piano ripartire. Uscire da questa situazione è una priorità per tutti e, anche se per avere un antidoto ancor più efficace ci vorrà del tempo, intanto è un passo per cercare di riappropriarci delle nostre vite.
Da quasi un mese è entrato in vigore l’obbligo di esibire il Green Pass per sedersi ai tavoli interni di ristoranti e bar, per partecipare a eventi, concerti, entrare in piscine e palestre e fare molto altro. Fin da subito, questa misura adottata dal governo ha riscosso opinioni contrastanti ed ero curiosa di sapere cosa ne pensassero i miei amici.
Il Green Pass è un provvedimento che doveva essere preso, ma non tutti sono d’accordo con le tempistiche. Mi spiego meglio. La vaccinazione dei giovani è partita solo a giugno e causa la mancanza di dosi e le vacanze, non tutti sono riusciti a vaccinarsi. Il risultato è che molti adolescenti non hanno avuto il certificato verde in tempo. Quindi, quello che viene fuori dalle risposte date è che, benché questo documento garantisca più sicurezza, molti giovani non lo hanno ancora e se ne dispiacciono. Tra i miei compagni di classe, inoltre, c’è anche chi è un po’ scettico: pur confidando nel buon senso delle persone, infatti, c’è chi ha paura che alcuni se lo prestino o che abbiano un certificato fasullo… fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio?
Ogni giorno, avvicinandosi sempre di più il ritorno tra i banchi, arrivano notizie delle misure prese dal Ministero per il rientro in sicurezza. Il provvedimento più discusso è però senza dubbio il Green Pass obbligatorio per insegnanti e personale scolastico. Infatti, coloro che non lo hanno non potranno entrare a lavoro e dopo cinque giorni di “assenza ingiustificata” verranno sospesi, così come il loro stipendio. “Nonostante la libertà di scelta sia importante, garantire la sicurezza lo è ancora di più“, mi hanno detto i miei compagni. Stando a contatto con molte persone, è fondamentale che i professori e il personale siano vaccinati esattamente come lo sono anche i medici e gli infermieri. “Noi abbiamo fatto la nostra parte e dagli adulti ci aspetteremmo che ci dessero l’esempio“.
Per concludere, ho chiesto ai miei amici quali fossero le loro speranze per questo anno scolastico che sta per cominciare e la più comune tra tutte è quella di “non dover più stare davanti a un computer per fare lezione. Alzarsi cinque minuti prima dell’inizio delle videolezioni è bello sì, ma stare in classe tutti insieme lo è molto di più. Ci sono mancate le chiacchierate durante le lezioni con i prof che ci sgridano, l’intervallo nei corridoi per vedere il ragazzo o la ragazza che ci piace, ma dobbiamo ammettere che c’è anche mancato stare tutti attenti in classe. Questo sarà il nostro ultimo anno di liceo e dopo due anni in Dad (e poco in presenza) vorremmo sperare nel ritorno di un anno il più possibile normale. Ci auguriamo davvero che il nostro piccolo grande contributo che abbiamo dato vaccinandoci possa servire a riconquistare un po’ di quel tempo che la pandemia ci ha rubato e speriamo che sempre più persone facciamo questa scelta“.
L’estate è ormai agli sgoccioli e così finisce anche “L’estate di Gaia”. Aver avuto la possibilità di entrare a far parte della redazione di Arezzo24 è stata una bella esperienza formativa, a fianco di persone motivanti che ringrazio di cuore per aver creduto in me. Perché è importante credere nei giovani e quelli di Arezzo 24 ci credono a tal punto da avermi proposto di continuare a scrivere. Siccome mi piace, a risentirci presto.