I cambiamenti politici, come quelli climatici, non sono “incidenti”
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La candidatura del segretario nazionale del PD Letta impone un supplemento di impegno al centrosinistra e visto che in Chiana il PD, nell’ultimo test, quello delle regionali, è uscito piuttosto malconcio, ecco che le elezioni rischiano di non essere una passeggiata di salute.
Una volta non sarebbe stato così, perché in Valdichiana la sinistra correva come un treno, mentre oggi sembra un carro trainato dai buoi.
Ma nonostante perdite dolorose, pochi sembrano aver capito che i cambiamenti politici, al pari di quelli climatici, non sono “incidenti” e che, senza correzioni di rotta, la nave rischia di incagliarsi. Che fare? La cosa principale è tentare di capire dove si sbaglia.
Il primo punto è che la sinistra ha smesso di fare politica. Prendiamo ad esempio la sanità. Negli anni passati in Valdichiana si sono realizzate cose importanti: la rete dei servizi socio sanitari, i consultori, le case della salute, l’ospedale di comunità e di zona. Cos’ è rimasto di quella stagione? Con cosa si risponde ai nuovi bisogni?
Il secondo punto è contrassegnato dalla fine dei partiti. Ma davvero si pensa che con un post su FB o una teleconferenza si possa sopperire alla assenza di idee? No! Il posto dei partiti, che con tutti i loro difettaci erano scuole di pensiero, è stato preso da un vuoto ideale e in quel vuoto si sono insinuati l’opportunismo, la piccola clientela e l’affarismo da due soldi.
Il terzo punto è che i cambiamenti e le crisi economiche hanno ridisegnato la realtà locale. Sono modifiche che la sinistra non è stata in grado di interpretare. Parlo della crisi di molte PMI, del rafforzamento del turismo, dell’affermazione del terzo settore e dei servizi, di una agricoltura ben diversa dal passato.
In questo caos creativo le amministrazioni locali hanno perso la bussola e così l’ordinario diventa eccezionale: asfaltare una strada è una cosa normale, ma nei social, sapientemente imboccati, diventa un’impresa titanica. Così come la misura del buon governo non è data dai servizi offerti, ma dall’animazione delle piazze. Salvo poi, quando la gente torna a casa, ritrovarsi sola davanti ai problemi e alle bollette da pagare.
Il quarto punto è che anche qui ha fatto breccia la cultura della paura. Paura alla quale non si è stati in grado di reagire. Eppure una volta i vecchi partiti di sinistra avrebbero risposto con fermezza, perché la sicurezza è un diritto, gli atti illegali vanno puniti e la tolleranza non può diventare sinonimo di debolezza.
In ultimo, la sinistra non ha capito che di questi tempi il politicamente corretto è una zavorra. Perché alla prepotenza non si replica lanciando fiori, le aule dei consigli comunali non sono delle arene ma nemmeno possono essere il regno ovattato del “volemose bene”.
In ogni caso, qualunque sia il risultato delle elezioni, se in questa vallata la sinistra non torna ad essere foriera di buona politica e rigore amministrativo, sarà ben duro risalire la china.