Il coraggio della buona politica
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Per esempio: quanto pesa e peserà, anche da noi, l’assenza o meglio l’irrilevanza di un “centro politico”?
Ad oggi non pare influire, giacché le amministrazioni di “destracentro” in questa provincia sono quanto di più pragmatico si possa immaginare: pochissima ideologia, sovrapposizioni con culture diverse, forte legame con l’associazionismo, lavori pubblici (pochi investimenti e molta spesa corrente) e presenza ossessiva nei mezzi di informazione. Tutte cose che creano consenso ben oltre i tradizionali recinti.
Durerà a lungo?
Difficile dirlo in un mondo che cambia orizzonte in un attimo. Quello che so è che il ritorno al ruolo dello Stato e delle amministrazioni locali su alcuni settori fondamentali come la transizione ecologica, la digitalizzazione e il sostegno all’economia prefigurerà scelte di natura politica ed un ritorno alla serietà e al rigore. Non sarà tuttavia un passaggio semplice, perché il riformismo vero rifugge i populismi, le semplificazioni e la ciarlataneria. Su queste cose si misurerà la capacità e la credibilità di molti amministratori. Ma soprattutto si capirà se quell’assenza di “centro politico” rappresenta un fattore negativo sulle scelte future.
L’ultimo cancelliere socialdemocratico tedesco Gerhard Schröder, aveva come slogan «Die Neue Mitte», il nuovo centro. Che non significa essere misurati e mediatori. Significa ritrovare le ragioni non solo economiche ma anche teoriche della crescita e dello sviluppo. Quando i postulati del riformismo, ma allora c’era la politica vera, furono applicati in terra d’Arezzo questa provincia affrontò con coraggio enormi trasformazioni, diventando un territorio prospero. La mia domanda è possibile oggi? Forse sì, ma c’è bisogno di una cosa che oggi latita: la buona politica.