Ricambio generazionale a Intesa Sanpaolo, Faltoni: “Servono figure giovani”
E’ stato siglato martedì sera a Milano un nuovo accordo nazionale per il ricambio generazionale fra banca Intesa Sanpaolo e i sindacati aziendali, in merito ad altri prepensionamenti e a conseguenti nuove assunzioni.
E’ un accordo molto significativo, anche in vista del Piano Industriale del Gruppo Intesa – previsto per il febbraio prossimo – che si presume possa prevedere una importante impronta di sviluppo digitale.
Con questo accordo, altri duemila pensionamenti e prepensionamenti volontari si aggiungono a quelli già fissati negli ultimi due anni, tanto da arrivare a circa 9.200 uscite entro fine 2025, per chi matura i diritti pensionistici entro fine 2028. Ci preme ricordare che i prepensionamenti sono e saranno tutti finanziati dal Fondo di Solidarietà del settore bancario, che non grava nelle finanze pubbliche.
Non solo, ma nell’ottica del ricambio generazionale e come la FABI sta chiedendo da anni (una nuova assunzione ogni due uscite), anche questo accordo sindacale apre a nuove assunzioni stabili: 1.100, che – sommandosi a quanto già stabilito negli ultimi due anni – saranno 4.600 entro fine 2025.
Facendo un calcolo al momento molto approssimativo, nella provincia di Arezzo – dove Intesa Sanpaolo ha circa 650 dipendenti – si può ipotizzare entro fine 2025 una ricaduta fra 70 e 90 uscite e, conseguentemente, pensare a nuove assunzioni pari alla metà, cioè attorno alle quaranta unità.
Anche se sono calcoli tutti ancora da fare nel dettaglio e da affrontare al tavolo negoziale azienda/sindacati, però contiamo che pure la provincia di Arezzo sia tenuta in considerazione per le nuove assunzioni.
Entro fine anno, come Intesa aveva annunciato nei mesi scorsi, nel Comune di Arezzo verranno chiuse e quindi accorpate alcune filiali: andranno a confluire nella prestigiosa e storica sede di Via Roma, le filiali di Via Montefalco, Viale S. Margherita, Via Veneto e Piazza Saione; la filiale di Olmo – come quella di Alberoro – andrà su Pieve al Toppo, mentre la filiale di Capolona è stata già chiusa e si è unita a quella di Subbiano.
Così, a fine anno, nel Comune di Arezzo le filiali Intesa resteranno solo quattro: Via Roma, Pescaiola, Trento e Trieste e Rigutino, oltre a quella IWBank, e nell’intera provincia saranno poco più di trenta. A queste, si aggiungono gli uffici di Via Calamandrei, dove lavorano più di 350 persone, la filiale imprese di Viale Mecenate e il Private Banking.
Pur ribadendo che è un errore chiudere le filiali, che è un impoverimento per i territori e un problema per i clienti, però dobbiamo aggiungere che se da una parte gli accorpamenti di filiali e la razionalizzazione di alcune strutture aziendali portano ad avere personale in esubero, dall’altro constatiamo che c’è bisogno di assunzioni di giovani, di nuove figure professionali, con diversi titoli di studio, con profili professionali più legati ai nuovi mestieri bancari.
Per questo, noi della FABI – il primo sindacato nel settore bancario, non ci tiriamo mai indietro quando ci sono da affrontare nuove sfide, permettendo le uscite volontarie dal mondo del lavoro, ma favorendo le nuove assunzioni stabili, come abbiamo dimostrato anche martedì scorso.
Sulle nuove assunzioni, contiamo che Intesa Sanpaolo dia molta importanza alla nostra provincia.