Il diritto allo starnuto
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Di questi tempi mi capita soffrendo di una sinusite ormai cronicizzata. Orbene i rari passanti, anche quelli che erano a distanza di sicurezza, mi hanno scrutato come se fossi un “untore”, un appestato da confinare al lazzaretto. In verità nessuno ha detto niente ma i loro sguardi schifati erano più eloquenti di mille parole. Ragazzi ho “solo” il raffreddore! Per altro accompagnato, vista la stagione, da qualche colpo di tosse e da un leggero pizzicore alla gola. Ho quella cosa che tutti gli anni mi prende, sfoga e poi sparisce. Sono sgattaiolato via come dovessi vergognarmi di qualcosa ed ho stabilito che non esiste più il “diritto” allo starnuto. Anzi starnutire è ormai un “delitto”, così che vedremo gente congestionarsi dietro le mascherine diventare livida, stringere gli occhi umidi e alla fine rifugiarsi negli angoli più nascosti per dare audace sfogo allo starnuto. Se dura così si formeranno gruppi di starnutatori clandestini e alla fine, come sempre, verrà fuori il partito dei liberi starnutatori, al quale m’iscriverò d’ufficio.
Ippocrate sosteneva che lo starnuto è dovuto al fatto che l’interno della testa è pieno di umidità. Così l’aria interna uscendo passa attraverso il naso. Sappiamo che non è così, però visto l’odio collettivo verso i raffreddati mi viene da pensare che davvero l’umidità abbia mandato in pappa più di un cervello.
Per quanto mi riguarda cari concittadini cercherò di limitare il mio starnutire e perdonatemi se qualche volta, prima di schiantare, darò fiato a quella riprovevole azione perché, come si dice, “non esistono innocenti: tutti abbiamo passato un raffreddore a qualcuno”.