Ladri di pecorino, Città del Natale e parcheggi. Dante e noi. Dove trovare neve ad Arezzo
Molti anche i visitatori responsabili con addosso le mascherine, anche se qualcuno ancora si ostina a metterla. Per questi il Sindaco Ghinelli ha promesso tolleranza zero e quindi vedremo i risultati. Nel frattempo, tra gli sgamati (dalle telecamere) e i denunciati, c’è stato un ladro di una forma di formaggio pecorino. È proprio il caso di citare la vecchia metafora aretina, che dice che ad Arezzo, quando c’è il cacio, nessuno si tira indietro… sia che ci sia da metterlo nei maccheroni, sia che ci sia da vincerlo a carte, sia che ci sia rubarlo o sia che ci sia da denunciare qualcuno. Altro problema legato al successo della Città del Natale, sono i parcheggi introvabili in città. Il Sindaco, oltre che ad incentivare l’uso delle navette, ha detto che in futuro potrebbe essere fattibile realizzare un parcheggio multipiano al Parco del Campo di Marte, e con tutta la “roba” che troverebbero scavando li sotto, siamo sicuri verrebbe un parcheggio… da sballo! Nel frattempo si sta pensando ad una campagna immediata per provare a disincentivare l’uso delle auto ai residenti di Arezzo, per spostarsi verso i mercatini nei giorni della Città del Natale. Ecco alcuni slogan di questa campagna: “Aretino fai due passi, che con la macchina poi ingrassi”. “Da San Marco alla Catona, per parcheggiare se quistiona” “Dallo Stadio fino a Pratacci, poi la macchina te la cacci”. “Da Pescaiola agli Orti Redi sarebbe meglio andare a piedi”. “Da San Clemente al Gattolino, parcheggiare è un gran casino”. Con infine “Perdi tempo a parcheggiare, facevi meglio a andare a cacare” che chiuderà la campagna.
Festa dell’Immacolata con pioggia ad Arezzo, dove in città sono cadute due Fiere Antiquarie d’acqua (ormai tutte le stazioni nazionali meteo calcolano la pioggia caduta ad Arezzo in Fiere Antiquarie e non in millimetri). Gli aretini ne hanno approfittato per realizzare alberi, presepi e addobbi luminosi. Questi ultimi particolarmente vivaci, tanto che ormai si fanno gare con i vicini, a costo di lasciare accese a lampeggiare anche le doppie frecce delle auto. Il tutto era cominciato già la sera del martedì in concomitanza con la diretta televisiva della Prima della Scala di Milano; evidentemente quel palloso del concerto aiutava a far palloso (pieno di palle) anche l’albero. A proposito del concerto alla Scala, va detto che essendo il territorio aretino la patria di chi per primo usò le note musicali, molte delle più famose opere liriche erano state ideate su Arezzo e i suoi dintorni e poi riadattate su Italia ed estero. Ad esempio l’Aida di Verdi, in origine si chiamava La Ida, e parlava di una certa Ida, fruttivendola alla Chiassa, che aveva frutta buona per chi la meritava, e marcia per chi le faceva dispetti (da cui la famosa marcia della Ida). Anche il Barbiere di Siviglia, in origine si chiamava “Il barbiere se te piglia!”, e parlava di uno che andava a farsi i capelli a scrocco, e al momento di pagare, scappava inseguito dal barbiere. Il “Nabucco” una volta si chiamava “‘unn’abocca” ed era la storia di uno che andava a pescare al Ponte Buriano, ma non prendeva niente. E anche “La Traviata” in origine si chiamava “L’han trombata” e parlava di una che diceva che un gli garbava nessuno, ma poi andava con tutti!
Per restare in tema di musica, è stato annunciata per sabato prossimo al Teatro Petrarca, una serata musicale all’insegna del Rock, con iniziative legate al mondo di Arezzo Wave e la premiazione del Concorso Dante Rock, rassegna di musica dedicata al Sommo Poeta, nell’anno in cui a Dante, in occasione dei 700 anni dalla morte, è stato dedicato di tutto. Adesso l’anno sta per finire e con esso anche le seppur giuste, numerose dediche a Dante Alighieri. Anche perché, come si dice a Arezzo, un pochinino si, ma ora con ‘sto Dante avrebbero incominciato anche a bacare i coglioni, visto che anche a lui quando parlava di Arezzo, dalla rabbia gli si rizzava i capelli. Forse perché (come già detto in passato in questo notiziario) è ormai cosa certa che a Dante gli trombassero la Beatrice al Bagnoro e alla Pieve al Toppo, come dimostrano gualdrappe rinvenute a Campaldino in cui nella famosa battaglia si cercava di provocare Dante con le scritte; “Dante poeta con l’alloro, ma Beatrice te la trombano al Bagnoro” e anche: “Dante qui cavalchi al galoppo, ma Beatrice cavalca a Pieve al Toppo”. Non solo, ma pare che anche il naso schiacciato del Sommo Poeta sia dovuto ad una nappata sul muso rimediata a giocare a carte in un torneo di briscola alle terme di Montione (lui la briscola la prese sul muso). Poi i rapporti di Dante con Arezzo finalmente migliorarono, ma i segni e le ruggini rimasero.
Primi fiocchi di neve sui monti di Arezzo, con immancabili le prime belle foto di Poti, Catenaia o Pratomagno innevati. Ed è partita anche qui la gara a chi faceva foto con più neve o ghiaccio, a costo di fotografare la dighiacciatura del frigorifero. Ad Arezzo la neve invece ancora si fa attendere, a meno che si vada a cercarla al Pionta o a Campo di Marte… li la neve si può trovarla anche d’agosto.
E per finire l’oroscopo: periodo favorevole per tutti, dove gli astri ci aiutano a trovare ciò che cerchiamo, tranne i parcheggi liberi ovviamente.