Carenza di personale al carcere di Arezzo, la Cisl: “Situazione grave, a rischio la sicurezza”

“Da oggi vi è una mancanza di sicurezza per poter gestire all’interno della casa circondariale di Arezzo il delicato servizio”. Cosa non nuova ma adesso, dichiarano David Mencarelli e Alfonso Galeota coordinatori FNS Cisl polizia penitenziaria Arezzo, la situazione è diventata grave, anzi, gravissima. E’ da tempo che con i colleghi abbiamo sollecitato l’Amministrazione centrale e le istituzioni a trovare soluzioni al problema ma, evidentemente, Arezzo non gode di considerazione; non più tardi di qualche settimana fa abbiamo nuovamente inviato ad altri reparti della Regione, con provvedimento di missione, nostro personale confidando che il “favore” fosse ricambiato. Lo stiamo denunciando da tempo che il poco personale rimasto in servizio è insufficiente per poter assicurare come si deve sicurezza e ciò anche per l’eccessivo carico di lavoro nonché delle ore di servizio a cui sono chiamati a svolgere per evitare l’insorgere di situazioni di rischio legati alla sicurezza. Con i numeri a disposizione, prosegue Galeota, basta una assenza per lutto, due casi di Covid e il sistema che ha sempre retto gli urti, grazie alla buona volontà del personale, s’ingessa.

Oggi il reparto di Arezzo è totalmente in crisi. Una crisi annunciata da tempo e alla quale non si è voluto porre rimedio. A ragione e con questi numeri è difficile non pensare che il carcere di Arezzo è per i vertici una struttura di serie B.

Ancora una volta, concludono dalla segretaria FNS Cisl polizia penitenziaria David Mencarelli e Alfonso Galeota, ci appelliamo alle istituzioni ed in primi al Prefetto, che intervenga e si adoperi a tutti i livelli non ultima l’Amministrazione Regionale considerata la gravità della situazione.

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