Castiglion Fiorentino e la Dakar, una lunga storia. Sfortuna Lucci, la moto si rompe, ma lui: “E’ solo l’inizio”
Tra Castiglion Fiorentino e la massacrante Dakar sembra esserci una partita sempre aperta. Dopo il compianto Fabrizio Meoni, il campione celebrato l’11 gennaio scorso a 17 anni dalla scomparsa e che questa competizione l’ha vinta per ben due volte (ultimo italiano a trionfare), la cittadina della Valdichiana ha trovato un altro fuoriclasse della moto per cui tifare: si chiama Paolo Lucci, del team Solarys Racing, Husqvarna FR450, uno dei 15 piloti italiani a cimentarsi con la Dakar, il rally più famoso del pianeta che, per la terza volta, si svolge interamente in Arabia Saudita a causa della pandemia da Covid-19. E’ stata la tappa 8 a segnare la Dakar di Paolo Lucci. Al km 280 della speciale, mentre Paolo stava attaccando intorno alla ventesima posizione, la moto si è improvvisamente spenta e non ha più voluto saperne di proseguire. “Ho sentito un rumore tremendo e ho capito subito che si era rotto qualcosa d’importante. Mi sono fermato per un guasto tecnico e la moto non è più ripartita” ha spiegato Paolo subito dopo. “Ma è solo l’inizio” – comunicano dal team Solarys per questa Dakar 2022 – “con una best performance al 16° posto di tappa, per diverse giornate Paolo Lucci è stato primo fra gli italiani e fino all’8^ tappa ha coperto la 26^ posizione con margine di avanzamento nelle ultime giornate. Un ringraziamento e un arrivederci per il prossimo impegno dietro l’angolo per il Solarys Racing Team, all’Africa Eco Race 2022″, dove la scuderia parteciperà con diversi piloti fra ufficiali e in service per i tanti amatori e appassionati.
“Grazie a tutti per i messaggi e scusate se non vi ho risposto, ma ieri avevo bisogno di un po’ di stare un po’ con me. La moto non è arrivata e se tutto va bene arriverà stanotte, il che vuol dire che mi rimarrebbero forse 2 tappe e mi dispiace per chi avrebbe voluto che io ripartissi, ma stasera tornerò a casa. Non è una per una questione di voglia o motivazione e io adesso sono contento così. Ho attraversato posti pazzeschi e vissuto emozioni indelebili in queste 2 settimane… eravamo partiti solo per finirla questa prima Dakar e ci siamo ritrovati a lottare per con i primi 20 al mondo; oltre a questo la cosa per me più importante è stata e sarà sempre la mia crescita, lo scoprire nuovi punti deboli su cui lavorare e adesso credo che continuando a percorrere insieme questa strada potremmo arrivare lontano. Spero che anche voi vi siate divertiti da casa, mi dispiace che sia finita così soprattutto per il Solarys racing e tutto il loro incredibile lavoro, ma le gare sono anche questo. Posso dirvi che non sono mai stato così motivato e adesso la mia mente, il mio spirito, sono già un anno avanti. Stesso posto, stessa gara. #dakar2023 Vi voglio bene, Paolo”, ha scritto sui social Lucci, nel salutare tutti i suoi sostenitori.
Una competizione dura, che mette alla corda uomini e mezzi senza risparmiare nessuno, con margini d’imprevisto imponderabili. E nel caso di Paolo “è stato proprio il mezzo a fermarsi, ma non certo l’uomo, che, come nella più alta tradizione castiglionese avviata dal ‘Re del Deserto’, non sarebbe mai stato in comodo per lasciare anzi tempo questa massacrante competizione. Rimanendo sempre con i piedi per terra, auguro al nostro centauro di portare avanti con immutata determinazione quello che con tanto sudore ha appena iniziato. Guarda sempre avanti Paolino, perché il futuro è tuo!” E’ questo il commento del sindaco Mario Agnelli all’indomani del ritorno di Paolo Lucci dopo il ritiro dalla Dakar per un guasto alla moto.
Per la cronaca, Sam Sunderland, 32 anni, ha vinto il suo secondo rally-raid Dakar nella categoria moto, dopo un primo successo nel 2017 in Sud America. Ha preceduto il cileno Pablo Quintanilla (Honda) e l’austriaco Matthias Walkner (KTM). Nella categoria auto il qatariota Nasser al-Attiyah (Toyota) dovrebbe vincere la sua quarta Dakar, dopo i successi del 2011, 2015 e 2019.
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