Due punti gettati al vento

Era un’occasione importante per accorciare sulle battistrada e dare un segnale forte al campionato ed invece alla fine gli amaranto hanno dovuto dividere la posta con uno Scandicci modesto ma volitivo, consegnando agli avversari tutto il secondo tempo e mostrando una preoccupante incapacità nel gestire il vantaggio, il secondo dei quali arrivato a meno di un quarto d’ora dalla fine. Eppure l’approccio era stato buono: dopo solo 4 minuti (che poi corrispondevano al trentaduesimo effettivo di gioco) Calderini aveva portato in vantaggio l’Arezzo con un delizioso pallonetto a scavalcare il portiere e di lì alla fine la sensazione era che la squadra potesse controllare senza troppi patemi la partita cercando semmai di chiuderla nella seconda parte. La ripresa ci ha invece offerto uno spettacolo completamente diverso. Abbiamo subito ceduto metri, finendo con il rimanere schiacciati dentro gli ultimi venti/venticinque, abbiamo concesso calci d’angolo e cross a ripetizione e su uno di questi la solita amnesia ha messo un giocatore biancazzurro in condizione di calciare tutto solo a centro area (mentre il resto della squadra si ammassava sul primo palo). La dea bendata, tante volte ostica nei nostri confronti, ci ha guardato benevola e dopo pochissimo uno sciagurato intervento difensivo scandiccese ha portato alla concessione di un sacrosanto rigore che Strambelli ha realizzato. Sull’1-2 una squadra di rango congela la partita e la conduce in fondo. Noi no, abbiamo ripreso a rinculare fino a subire il pari nell’ennesima mischia da corner e certamente questa non è la strada per ricucire lo strappo e provare ad inseguire la realizzazione di quello che era unanimemente considerato l’unico obiettivo plausibile per questa stagione. Nell’infelice pomeriggio fiorentino si iscrive anche il giallo a Lomasto che costringerà Sussi ad inventarsi la difesa nella trasferta di domenica, dato che entrambi i centrali saranno squalificati. Ci aspettano due trasferte di fila, tutt’altro che agevoli (Flaminia e Trestina). Servirà una risposta forte se vogliamo mantenere viva almeno la chimera della “remuntada”.

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