Nella travagliata storia calcistica aretina questa ci mancava

Si nega l’ingresso ad una struttura pubblica (lo stadio è del Comune sebbene in gestione alla società) per ragioni tutte da definire, per un rischio tutto da valutare. Quando ieri nel tardo pomeriggio è arrivato il comunicato della S.S. Arezzo sono sobbalzato.

ATTENZIONE
A seguito di disposizioni indipendenti dalla volontà della Società Sportiva Arezzo nella giornata di domani non sarà possibile acquistare tagliandi per il settore di tribuna laterale, centrale e centralissima. Ci scusiamo per il disagio creato.

Possibile? Gli organi di pubblica sicurezza hanno dunque ravvisato in una città civilissima e nella quale le contestazioni si sono sempre limitate a qualche coro e qualche striscione, un rischio concreto così elevato? Sono bastate però un paio di telefonate per far emergere la (invero già intuibile) verità: è stata la proprietà dell’Arezzo a richiedere il provvedimento alla Questura nel timore che alcuni “facinorosi” avessero accesso alla tribuna per contestare nelle persone dei dirigenti la scellerata gestione sportiva e finanziaria degli ultimi 18 mesi. Ed allora la cosa cambia aspetto. Sembra la traduzione in fatto della minaccia pronunciata dal presidente in occasione della breve irruzione in conferenza stampa un paio di mesi fa: “Chiudo lo stadio!”. Detto fatto. Sarebbe però stato meglio evitare quella sottolineatura nel comunicato, quel “per diposizioni indipendenti dalla volontà della Società Sportiva Arezzo” che rappresentano l’ennesima bugia che si tenta di rifilare ad un popolo di appassionati e che contribuiscono a far scadere la vicenda sul piano della vergognosa farsa.

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